Prende il via oggi e durerà sino al prossimo 12 settembre, #Diventerà Bellissima, in programma nella location della Vecchia Dogana di Catania, l’alternativa nata dal confronto, pensata da Nello Musumeci che vedrà la partecipazione di tanti protagonisti del mondo della cultura, del giornalismo, dell’imprenditoria e della politica tra cui Marcello Veneziani, Giuseppe Berretta, Nunzia De Girolamo, Stefania Prestigiacomo, Pietrangelo Buttafuoco, Giuseppe Sottile, Fabrizio Pulvirenti, il filosofo Diego Fusaro e il mecenate Antonio Presti.
Presidente Musumeci la destra ed il suo popolo esistono al di là dei condottieri che rimangono in campo, ma in questa tre giorni lei parla ad un pubblico più ampio?
E così. Soprattutto in Sicilia, la destra si ritrova in un comune modo di pensare più che di agire, in un blocco moderato ed alternativo alla sinistra. Non serve più una piccola destra identitaria, ma un grande contenitore che partendo dai valori comuni costruisca un’alternativa al renzismo ed al crocettismo.
Può fare degli esempi?
Il 52 per cento dei siciliani non va a votare. Non è gente che tradizionalmente vota a sinistra. Ecco perché occorre il recupero della ragione della politica. O si torna al protagonismo delle idee o si continuerà a fare vincere il populismo. Sarebbe il triste prevalere della demagogia, della tecnocrazia, del malaffare e di quell’anti politica che si nutre della disperazione e del dramma di tanta gente.
I partiti tradizionali scontano una grande usura ed un minore radicamento strutturato nei territori, è tempo di andare oltre le sigle?
Mi pare evidente. Lo dimostrano i fatti. Cos’è la disaffezione verso la politica se non la inadeguatezza dei partiti ad offrire una proposta aderente alle esigenze della gente. Nessuno mette in discussione l’importanza e la funzione dei partiti, ma solo nella misura in cui riescono ad essere ancora una cerniera tra i bisogni reali e le esigenze del territorio, se appaiono autoreferenziali e non riescono a svolgere ciò, il partito entra in crisi nella sua funzione, come la immaginò Max Weber nella sua essenziale schematicità.
Ncd punta a ricollocarsi al centro, qual è il vostro dialogo con la Lega di Salvini in Sicilia?
In caso di elezione i nostri naturali alleati saranno le forze alternative al Partito Democratico. Per quanto ci riguarda, essendo il nostro un movimento civico aperto a chi di centro destra non è, ospiterà quanti vogliono confrontarsi con i nostri temi ed i nostri metodi.
La sua convention ha richiamato molto entusiasmo tra i giovani.
Abbiamo mobilitato i nostri giovani alla militanza, all’attivismo, la tre giorni di Catania rientra in questa logica programmatica. Nelle prossime settimane terremo un corso di formazione politica, andremo in giro ad aprire dieci cantieri di idee, dall’ambiente all’impresa, dalla cultura allo sport. Ognuno faccia la sua parte per ridurre il divario tra la politica, la piazza e la gente. Non ci si dimentichi mai che il ceto politico è sempre il risultato di una scelta politica, non è mai la causa.
E’ più corretto dire che i grillini di oggi ricordano Musumeci di venti anni fa o che Musumeci è il più grillino dei politici tradizionali?
Se essere grillino significa avere un patrimonio di valori ed un retroterra culturale, protestare, ma anche proporre, essere insofferente alle nomenclature dei partiti, avere rispetto per le istituzioni pur tentando di cambiarle dall’interno, allora il grillino lo facevo già da ragazzo.
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