«Ruggero, tu volevi intervenire?» Sono passate da poco le 18, quando l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza si alza dal fondo della sala dell’hotel Del Bosco di Catania, dove si è tenuta oggi la direzione di Diventerà Bellissima. Un incontro utile per gli uomini del presidente Nello Musumeci a fare il punto in vista delle Amministrative, con uno sguardo alle elezioni – in un primo tempo previste ad aprile e poi ancora una volta rinviate – per ridare una guida politica alle ex Province. Tuttavia, il vero tema clou stava alla voce varie ed eventuali. Espressione che, bene informati e non, sapevano celasse l’argomento più caldo per il movimento: il rapporto con la Lega.
Che l’argomento campagna elettorale fosse solo l’antipasto dell’incontro, il pretesto più consono, era chiaro già prima dell’inizio. «Di cosa si parla? Ah, si inizia con le Amministrative e “poi varie ed eventuali”. Vabeh si poteva già scrivere soltanto “varie ed eventuali”», ragiona uno dei vertici politici di Diventerà Bellissima, prima di entrare in sala. Ma una prova ancora più forte probabilmente arriva dall’involontario siparietto che si crea tra Musumeci e Razza, dopo circa un’ora dal loro arrivo che è stato salutato da un applauso dalla sala e dalla decisione del governatore di prendere posto nelle ultime file. «Sto in mezzo al popolo. Populista? No, popolano», scherza Musumeci con il coordinatore del movimento e sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo, per poi andare a sedersi al tavolo dei relatori. Razza, invece, resta seduto nelle retrovie accanto all’assessore catanese Enrico Trantino. E ci rimane fino a quando proprio Musumeci lo interpella chiedendogli se volesse prendere la parola. L’assessore alla Salute risponde di sì, si alza, poi però si corregge: «Sulle Amministrative? No, no. Dobbiamo passare all’argomento più…»
L’allusione è evidente. E l’incipit dell’intervento di Razza – uno dei più fervidi sostenitori dell’ipotesi di federare Diventerà Bellissima con la Lega di Salvini – sembra dimostrarlo. «Ci siamo lasciati un anno fa deliberando in maniera chiara che Diventerà Bellissima non voleva sciogliersi – ha esordito -. Quando nel 2017, si combatteva piazza per piazza contro il Movimento 5 stelle, che riceveva forza, anche indirettamente dal centrosinistra, siamo riusciti a ottenere un risultato importante. Quel risultato (la vittoria di Musumeci, ndr) è stato frutto di strategia». I toni, la gestualità – la stessa gestualità che precedentemente Musumeci aveva avuto modo di correggere a un coordinatore provinciale, colpevole di parlare con una mano in tasca – sembrano quelli di chi è convinto che è giunto il momento per fare una nuova mossa strategica. Di chi vuole dimostrare la bontà dell’idea anche a coloro che da un bel po’ non si mostrano convinti.
I dubitativi, tuttavia, sono d’obbligo. In quel momento, infatti, dal tavolo parte l’indicazione di accompagnare alla porta il cronista di MeridioNews, l’unico giornalista presente. «È un incontro riservato, a porte chiuse», viene spiegato. Ed è inutile far notare che le porte in realtà sono state aperte dal primo momento e nessun filtro all’entrata è stato predisposto.
Stando così le cose non resta che raccontare ciò che è accaduto prima. L’antipasto, per l’appunto. A tre mesi dalla tornata elettorale, come è naturale che sia, molti giochi devono essere ancora fatti. Pochi i nomi certi in campo. Dai territori però sembra arrivare un messaggio preciso: c’è esigenza di trovare la quadra nel centrodestra, provando a presentarsi uniti. In un momento in cui il Movimento 5 stelle potrebbe continuare a patire il pessimo stato di salute e il centrosinistra è alle prese con le beghe tra dem e renziani. Il ragionamento, in tal senso, è condiviso un po’ da tutti. Anche se chi si mette di traverso pare essere proprio la Lega, forte del momento favorevole che porta i salviniani a voler fare il bello e il cattivo tempo anche in Sicilia.
E così sorgono i problemi ad Agrigento e in provincia di Caltanissetta, dove i primi tavoli per trovare le convergenze hanno registrato le bizze dei sostenitori locali di Alberto da Giussano. «Ma le Amministrative non si vincono con il simbolo? E noi abbiamo dimostrato di avere la migliore classe dirigenziale», ricorda il capogruppo all’Ars Alessandro Aricò. Per poi aggiungere che a Villabate, nel Palermitano, «la Lega nega il nostro candidato, ma chi sia il loro ancora non si sa».
A chiarire indirettamente che bisognerà lavorare sodo affinché le strade di Diventerà Bellissima e Lega, semmai si incroceranno, continuino a proseguire ravvicinate è anche la deputata regionale Giusy Savarino. Con un intervento accalorato ricorda come ad Agrigento e Ribera – dove si voterà per eleggere il nuovo sindaco – la Lega prima ha preso parte ai tavoli del centrodestra, ma poi ha chiesto tempo. Un atteggiamento che, ha ammesso Savarino, provoca «imbarazzo per via dei rapporti nazionali» e che potrebbe compromettere anche i risultati. «Abbiamo frenato gli alleati. In questi territori potremmo vincere al primo turno, ma questa perdita di tempo ci mette in difficoltà».
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