Un’auto blindata scortata da due agenti. Sono le misure di sicurezza stabilite a Ferragosto dal comitato per l’ordine e la sicurezza del ministero dell’Interno per Lucia Borsellino, l’ex assessora regionale alla Salute, figlia del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia nel 1992.
La decisione, come riporta il quotidiano Live Sicilia, sarebbe legata alle indagini sulla sanità regionale e ai numerosi esposti presentati dall’ex assessora al ramo. Che ha spesso collaborato con i magistrati, come nel caso del fascicolo a carico di Matteo Tutino, l’ex primario di chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia e medico personale del presidente della Regione Rosario Crocetta, agli arresti domiciliari. Lo stesso medico che, secondo il settimanale L’Espresso, avrebbe riservato a Borsellino le seguenti parole: «Va fatta saltare, come suo padre».
Secondo l’agenzia di stampa Ansa, il provvedimento non avrebbe incontrato il favore della diretta interessata. Attenta a mantenere un basso profilo già da assessora, non avrebbe vissuto bene la decisione di accompagnare ogni suo spostamento con l’auto blindata e i due agenti di scorta.
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