Dispersione scolastica: Caltanissetta batte Palermo

Caltanissetta batte Palermo. Ma non c’è nulla di cui andare fieri. Si parla, infatti, dei tragici numeri della dispersione scolastica, resi noti da Alberto Musca segretario Flc Cgil e Davide Chiarenza, segretario provinciale del sindacato di polizia Silp, sempre della Cgil.

I due sindacalisti prendono spunto dall’ultima relazione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite individuato numerose «zone d’ombra nella pubblica amministrazione determinate a volte dalla contiguità di rappresentanti della P.A. con ambienti malavitosi».

«Le zone d’ombra fanno comodo a tanti, con il risultato che è mancata ogni forma di cooperazione fra le istituzioni delle attività di controllo e di Polizia. Secondo la commissione parlamentare d’inchiesta, siamo in presenza d’istituzioni deresponsabilizzate.

«E’ notizia di questi giorni – proseguono Musca e Chiarenza – che la dispersione scolastica nella provincia di Caltanissetta ha raggiunto il 41,7%, superando addirittura il dato statistico della provincia di Palermo (40,1%). Occorre contrastare con determinazione ed efficacia questo triste fenomeno, iniziando col riunire l’osservatorio provinciale che da circa 3 anni non viene convocato».

«Nella scuola superiore la dispersione rimane da allarme rosso perché non si fa la dovuta prevenzione del disagio minorile nelle scuole primarie. Siamo davanti ad un fenomeno che ha conseguenze sociali allarmanti. Nel frattempo la devianza minorile nel comune di Riesi e Gela ha raggiunto livelli di guardia rispetto agli altri comuni ricadenti nel distretto della Corte di Appello di Caltanissetta. 

Tanti docenti e dirigenti scolastici sono impegnati a far crescere nelle regole gli alunni ma se non cambia l’atteggiamento di coloro che sono preposti al controllo della Pubblica Amministrazione, – sottolineano i sindacalisti- il lavoro delle forze dell’ordine, del servizio sociale e della magistratura minorile sarà vanificato da un sistema omertoso di contiguità, falsità e connivenze che danneggia soltanto i minori sfortunati ovvero i figli degli ultimi».

Redazione

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