Discariche abusive: multa alla Sicilia da 2,6 milioni M5s: «Dodici bombe, ma non paghino i cittadini»

Dodici discariche sparse per la Sicilia per cui l’Europa, che ha evidenziato il problema dodici anni fa, impone una multa da 2 milioni e mezzo di euro ogni sei mesi. Duecentomila euro per discarica. «Dodici bombe», le definisce la deputata del Movimento cinque stelle Angela Foti, perché «per decenni, tra gli anni 80 e 90, non è esistito un sistema di controllo e dentro ci sono finiti rifiuti senza alcuna tracciabilità». Si trovano a San Filippo del Mela (contrada sant’Agata), Cammarata (contrada San Martino), Racalmuto (Oliva Troiana), Siculiana (Contrada Scalilli), Leonforte (contrada Tumminelli/Granfonti), Augusta (Campo sportivo e Rada di Augusta), Paternò (contrada Petulenti Scillicone), Monreale (contrada Zabbia), Mistretta (contrada Muricello), Cerda (Contrada Caccione), Priolo (Penisola Magnesi). 

A dicembre del 2014 una sentenza definitiva della Corte di giustizia dell’Unione europea ha respinto il ricorso dell’Italia, confermando la maxi sanzione. Una multa decrescente che dovrebbe diminuire man mano che le situazioni vengono regolarizzate. Sono 198 in tutta Italia, 12 in Sicilia, dove, secondo quanto denuncia il M5s troppo poco è stato fatto per impedire un nuovo pesante fardello per le tasche dei siciliani. «A marzo – spiega Claudia Mannino – l’assessore Contrafatto ci aveva rassicurato, affermando che erano stati elaborati degli accordi di programma col ministero dell’Ambiente. Purtroppo l’intervento non è stato né tempestivo né sufficiente, in quanto tutte le 12 discariche risultano ad oggi ancora nell’elenco di quelle non conformi e per il primo semestre del 2015 saremo costretti come siciliani a pagare una multa di 2,6 milioni di euro». L’assessora all’Energia Vania Contrafatto però replica ricordando che il governo regionale si è mosso, «avviando le analisi che saranno compiute in tempi brevissimi, grazie alla collaborazione con l’Arpa, così – precisa – capiremo per quali è effettivamente necessaria la bonifica».

Per questo i deputati pentastellati hanno presentato un doppio esposto alla Corte dei conti regionale e alla Procura contro la Regione e i Comuni inadempienti. «Bisogna accertare se ci siano profili di responsabilità erariale nell’organo politico o tra gli amministratori sul territorio che si sono avvicendati negli ultimi anni, perché dovrebbero essere questi a pagare e non i cittadini», attacca Foti. E indica la strada da seguire per risolvere un problema che, oltre a essere economico, è soprattutto ambientale: «Censimenti, caratterizzazioni e progetti di messa in sicurezza – continua – quello che non si è fatto finora e che si potrebbe realizzare attingendo ai fondi europei. Già nella passata programmazione erano presenti capitoli speciali per la messa in sicurezza dei rifiuti pericolosi, e ce ne sono anche in quella 2014-2020. Bisogna solo attivarsi». 

Percorso che Contrafatto rivendica di avere già intrapreso. «Le 12 discariche sono state chiuse oltre vent’anni fa – spiega – Sin dal mio insediamento mi sono subito attivata con gli uffici per affrontare la situazione, sulla quale ci confrontiamo costantemente con il Ministero dell’Ambiente». Con cui è stato sottoscritto un accordo di programma quadro che, continua l’assessora, «prevede i finanziamenti per realizzare gli interventi che porteranno alla chiusura delle infrazioni, ma prima, proprio per non sprecare risorse pubbliche, è necessario effettuare la caratterizzazione ambientale per capire qual è lo stato dei siti». Le analisi avviate dovrebbero dunque servire per capire quali interventi applicare in quali discariche. «Questo governo quindi non ha niente da rimproverarsi – conclude Contrafatto – sta agendo celermente e con decisione per tutelare i siciliani e rimediare agli errori fatti in passato. I deputati del Movimento Cinque Stelle stiano tranquilli: se dovessero emergere eventuali responsabilità, da donna di legge non esiterò a denunciarle agli organi competenti».

Salvo Catalano

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