Ottimismo, ma con qualche riserva. Nel corso dell’ultima conferenza dei servizi convocata lunedì a Palermo per decidere le sorti della discarica di Motta Sant’Anastasia è stato ribadito l’intento finale: l’impianto – di proprietà della Oikos spa e per il quale la Regione ha revocati i permessi per la continuazione dell’attività – dovrà avviarsi verso la chiusura e la successiva bonifica entro il 31 luglio 2015. L’azienda, il cui proprietario Domenico Proto è ai domiciliari perché coinvolto nell’inchiesta della procura di Palermo Terra mia, ha presentato come richiesto un piano di chiusura anticipata. Al momento dei rilievi fatti dai tecnici di parte che hanno condotto gli studi, lo scorso 11 agosto, la capienza delle vasche in contrada Valanghe d’inverno è di oltre due milioni e 200mila metri cubi. Anche se, sottolinea l’azienda, la decisione di revocare i permessi viene ritenuta affetta «da vizi che ne determinano la sua illegittimità» e per questo i vertici hanno presentato un nuovo ricorso al Tar dopo i due rigettati poche settimane fa.
Ma quello che dovrebbe essere segnato come un punto a favore dei comitati che chiedono la chiusura della discarica, fa emergere diversi interrogativi. Quello più importante riguarda la destinazione dei rifiuti raccolti nella Sicilia orientale. Nel Catanese, infatti, è diretta la spazzatura proveniente dall’impianto di Mazzarrà Sant’Andrea (Messina) sequestrato dalla magistratura, oltre a quella di diversi Comuni in provincia di Enna e Ragusa. Con la chiusura della discarica di contrada Valanghe d’inverno viene a mancare una struttura emergenziale dalla capacità complessiva di oltre due milioni e mezzo di metri cubi.
Dai comitati cittadini di Misterbianco e Motta si sollevano diverse perplessità che riguardano soprattutto la mancanza di una programmazione da parte dell’assessorato regionale all’Ambiente. «Dove manderanno i rifiuti? – chiede Danilo Festa, membro del comitato e consigliere comunale mottese – Quando verranno realizzate le nuove discariche?». E, conclude, «la creazione di nuovi impianti – tre secondo voci di corridoio, ndr – dovrebbe essere inclusa nel piano regionale dei rifiuti. Cosa che ancora non è accaduta». Il rischio è che, come accaduto con la proroga che mantiene aperta la struttura catanese fino al prossimo 15 gennaio, sopraggiunga una situazione di emergenza che obblighi a tenere ancora aperto il sito, spostando ulteriormente la data dell’avvio del processo di bonifica.
Per continuare a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione e sensibilizzare i cittadini, per sabato 15 è indetta una nuova manifestazione davanti ai cancelli della Oikos. La prossima conferenza dei servizi, invece, è convocata per il 3 dicembre.
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