Il 30 maggio: questo il termine ultimo oltre il quale il cosiddetto «sistema delle proroghe» attivato dal governatore Rosario Crocetta per la discarica di Valanghe d’inverno non potrà più essere rinnovato. Per questo motivo l’inquilino di Palazzo d’Orleans ha chiesto al governo nazionale i poteri straordinari che consentiranno di prolungare per altri 12 mesi la gestione degli stabilimenti di Motta Sant’Anastasia. Una risposta, quella di Roma, a seguito della quale potrebbero entrare in crisi equilibri interni al Pd. Aggravando la già delicata situazione dei rifiuti a livello regionale.
Se dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi arriverà parere positivo, Crocetta potrà prorogare il conferimento in discarica, permettendo al sito di continuare ad abbancare circa mille tonnellate di rifiuti al giorno. In caso contrario tutti i Comuni che attualmente fanno riferimento allo stabilimento di Motta non sapranno più dove confluire, mettendo in seria difficoltà la giunta regionale. «È sotto gli occhi di tutti come la richiesta del presidente della Regione servirà soltanto a prolungare la fase di incontestabile e colpevole stallo in cui ci troviamo ormai da anni – commentano dal comitato No discarica – e a mantenere in attività una discarica sulla quale pendono i sospetti della magistratura».
L’impianto prima gestito dalla Oikos è commissariato dall’agosto del 2014 dopo la notifica di un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti dell’azienda. Il titolare della ditta, Domenico Proto, è stato arrestato per corruzione nel luglio del 2014 nell’ambito dell’operazione Terra mia. Grazie alle indagini della polizia di Stato, la procura di Palermo avrebbe scoperto un presunto sistema di corruzione con il quale, dalla Regione Sicilia, sarebbero state rilasciate autorizzazioni. In particolare, in cambio di regali e viaggi, un dipendente dell’assessorato Territorio e ambiente, avrebbe agevolato gli iter ed evitato controlli agli impianti di Proto e di altri imprenditori.
Dopo le inchieste della magistratura a sollevare seri dubbi circa possibili conseguenze sanitarie collegate alla struttura era stata un’intervista della trasmissione televisiva Le Iene al comitato No discarica, con in testa gli attivisti Danilo Festa e Massimo La Piana, e il professore Aurelio Angelini. Nel video di Italia1 gli intervistati facevano riferimento allo «sversamento di percolato fotografato da un aereo della guardia di finanza» nei torrenti limitrofi, e all’avvelenamento di alcune pecore, morte – secondo Angelini – «dopo essersi abbeverate nei corsi d’acqua vicino alla discarica». Come risposta Domenico Proto ha querelato i componenti del comitato, il giornalista Dino Giarrusso e l’intera trasmissione.
«Chiaramente come comitato faremo una controquerela per calunnia – spiega Danilo Festa – loro ci accusano di cose che non sono vere, e nella querela citano solo una parte della verità, omettendone molte altre». Ex candidato sindaco Pd di Motta Sant’Anastasia nel 2014, Danilo Festa – insieme ai ragazzi che facevano parte del circolo locale del Partito democratico e ai cittadini dei comitati – è stato protagonista di una dura battaglia contro la discarica di Valanghe d’inverno.
Durante la campagna elettorale, in seno al Pd, venne però presentata una seconda candidatura: quella dell’ex assessore provinciale del Mpa, poi passato tra le file dei democratici, Daniele Capuana. Dopo numerose polemiche la segreteria provinciale, guidata da Enzo Napoli, non diede il simbolo a nessuno dei due. Ciononostante, con un comunicato stampa, molti esponenti del Partito democratico – tra cui il sindaco di Catania Enzo Bianco, i parlamentari Luisa Albanella, Antony Barbagallo, Concetta Raia, Gianfranco Vullo e i dirigenti Francesco Marano e Angelo Villari – sostennero Capuana. Uscito poi in polemica dal partito a gennaio scorso.
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