Il nuovo decreto di proroga per la discarica di Valanghe d’inverno porta con sé due buone notizie. A sostenerlo sono gli attivisti del comitato No discarica di Misterbianco. Perché se da un lato si autorizza a continuare il conferimento dei rifiuti fino al 30 giugno 2015, dall’altro si precisa che si dovrà rispettare «la capienza massima prevista nel progetto di chiusura anticipata della discarica». Cioè, 240mila tonnellate. E non 340mila, come invece era stato richiesto all’interno di una variante progettuale presentata dai commissari nominati dal prefetto per accompagnare il sito alla chiusura. Il limite oltre il quale non si può andare è ormai vicino. A scriverlo sarebbe stata la stessa Oikos spa – società che gestisce la discarica – in una nota inviata il 3 giugno alla Regione Sicilia. «La capienza residua della struttura è di circa 25 giorni – afferma un documento di Palazzo d’Orleans che cita la nota della Oikos – E quindi al massimo fino al 25 giugno 2015».
«Rispetto alle ordinanze che si sono susseguite finora – afferma Massimo La Piana, del comitato No discarica di Misterbianco – questa ha un dato politico in più, che non può passare in secondo piano: tiene conto del progetto di chiusura anticipata e parla chiaramente di limiti di capienza. Questo è un fatto nuovo». Un elemento che lascia sperare, «anche se non è il caso di cantare vittoria troppo presto», in una nuova attenzione del governo regionale nei confronti dei territori di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, i Comuni a cavallo dei quali è stato costruito il sito di conferimento.
«Gli ultimi dati in nostro possesso dicevano che il 4 maggio mancavano ancora 91mila metri quadrati. Ogni giorno in media vengono portati in discarica circa 830 tonnellate al giorno. Secondo quei calcoli, il limite sarebbe stato raggiunto entro fine luglio. Adesso la Regione dice ancora prima», commenta La Piana. «Nel complesso – dice – mi pare una notizia positiva». E di notizie così nella storia della discarica di Valanghe d’inverno non ce ne sono state molte.
Prima le indagini della procura di Palermo, che vedono coinvolto il proprietario della discarica, Domenico Proto, nel processo Terra mia. Poi lo spostamento, sempre più in là, dell’attuazione del decreto di chiusura. Inoltre, il rinnovo delle autorizzazioni al conferimento a Motta degli sbancamenti di buona parte della Sicilia. «Stavolta, però – continua l’attivista – si parla esplicitamente del progetto di chiusura pubblicato a novembre 2014». Un passo avanti, ma non abbastanza per tirare un sospiro di sollievo: «Dovremo continuare a vigilare, perché i commissari prefettizi hanno già dimostrato di non essere particolarmente affidabili, dal nostro punto di vista». Prima quando hanno presentato «il progetto dell’ampliamento fino a 340mila tonnellate senza dirci niente, nonostante avessimo avuto un incontro proprio il giorno dopo». E poi quando hanno «rappresentato la proprietà in un ricorso al Tar che si oppone alla chiusura».
Tutti elementi che li hanno convinti a chiedere alla prefetta Maria Guia Federico la rimozione dei commissari. «In attesa di una risposta su questa questione – conclude La Piana – noi non abbasseremo la guardia».
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