SEMBRA QUESTA L’INTENZIONE DELL’ARAM. COBAS-CORDIR E SADIRS ANNUNCIANO BATTAGLIA CONTRO TALE PROPOSTA. E CGIL, CISL E UIL CHE FARANNO?
Il “metodo lavoratori della formazione professionale”, in versione riveduta e corretta, potrebbe approdare nella trattativa in corso sul Famp, il salario accessorio che riguarda 15 mila dipendenti della Regione.
L’Aran Sicilia (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale per la pubblica amministrazion e regionale), con il Commissario straordinario, avvocato Claudio Alongi, esponente di spicco del ‘Cerchio magico’ del presidente della Regione, Rosario Crocetta, come leggiamo in un comunicato dei Cobas-Codir e del Sadirs, “sembrerebbe avere manifestato delle perplessità tali da bloccare, ancora una volta, il pagamento dei primi due trimestri di piano di lavoro ai dipendenti come previsto, fra l’altro, dall’accordo sottoscritto proprio con l’Aran anche da Cgil, Cisl e Uil a fine dell’anno scorso con lintento di volere, prima, riformare l’intero istituto del Famp”.
Insomma, niente soldi del salario accessorio per i 15 mila dipendenti della Regione (i dirigenti hanno un regime a parte)”.
Secondo i Cobae e la Sadirs (il Cobas-Codir, per la cronaca, è l’organizzazione sindacale con il maggior numero di iscritti negli uffici della Regione), si sta assistendo “a delle vere e proprie provocazioni contro l’intero comparto dei regionali.
Cobas-Codir e Sadirs si dichiarano “contrari alle estrapolazioni a monte piovute, come ogni anno, per depauperare il Fmp di tutti a favore dei soliti ‘noti’ di turno; da qui la dichiarazione dell’Aran, sembrerebbe studiata a tavolino: o approvare l’accordo con gli stessi criteri dell’anno precedente e con le stesse estrapolazioni a monte, o congelare tutto, anche la mensilizzazione, in attesa della riforma dell’istituto del Famp”.
Posizione che Cobas-Codir e sadirs hanno definito “inaccettabile”, perché, sottolineano le due organizzazioni sindacali, “l’istituto del Famp deve essere riformato aprendo la discussione sull’intero contratto giuridico che deve prevedere un processo di riclassificazione che coinvolga tutto il personale e renda la forza lavoro dell’Amministrazione regionale al passo con i tempi attraverso la valorizzazione delle risorse umane dal punto di vista professionale ed economico”.
“L’Aran, in palese difficoltà – si legge sempre nel comunicato – ha rinviato la seduta, che dovrebbe essere aggiornata al 14 luglio, nella consapevolezza comunque che, anche quel giorno, Cgil, Cisl, Uil e l’Aran stessa dovranno tenere conto delle pregiudiziali poste dalla maggioranza rappresentata dai sindacati autonomi senza la quale non si potrà addivenire ad alcun accordo”.
Insomma: Cobas e Sadirs “non consentiranno rapine e depauperamenti delle somme destinate al Famp esigendo:
– il pagamento dei primi due trimestri di piano di lavoro ai sensi dell’art. 19 dell’accordo ai sensi dell’art. 89, comma 3 dell’accordo Famp 2013 (sottoscritto anche dai confederali e ribadito dalla direttiva assessoriale n. 80713 del 19 giugno 2014);
– nessuna estrapolazione a monte di somme non previste dal C.C.R.L.;
– accantonamento di una congrua somma da destinare alla riclassificazione di tutto il personale;
– apertura della nuova stagione contrattuale giuridica ed economica (all’interno della quale va rimodulato l’intero istituto del Famp a partire dal 2015).
Le due organizzazioni sindacali chiedono “un intervento urgente da parte del Presidente della Regione e dell’Assessore alla Funzione Pubblica affinché si eviti linnescarsi di uno scontro sociale senza precedenti con l’Amministrazione e la stessa Aran, considerando lo stato di grave malessere economico dei dipendenti anche perché occorre sempre tenere presente che “con il pane non si scherza!”.
Il dubbio è che l’Amministrazione regionale, a corto di soldi, con la scusa della ‘riforma del Famp’ voglia ‘sparagnare’ di erogare il salario accessorio. Non si tratta di ‘spiccioli’, ma di 12 milioni di euro da ripartire in quattro fasce: si va da 4 mila euro per i funzionari ai mille euro per la fascia più bassa.
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