«È una follia, le dighe ancora sono vuote e buttiamo via l’acqua. È sacrilegio, bisogna conservare fino all’ultima goccia in un momento in cui si discute di razionamento delle risorse idriche e in cui bisogna fare partire i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle dighe». Non usa mezzi termini il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo, intervenuto insieme alla Filctem Cgil di Palermo sulla gestione dell’emergenza idrica dopo l’annuncio del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti sulla necessità di un parziale svuotamento della diga Rosamarina. «Stasera si riuniscono i comuni di Balestrate, Trappeto e Partinico per discutere della grande crisi che si determinerebbe per l’agricoltura in caso di penuria d’acqua in vista dell’estate. I lavori vanno fatti subito. Altrimenti siamo al paradosso di dover fare la danza della pioggia per non fare piovere più».
La Filctem alza la voce definendo da «ubriachi» la scelta di scaricare l’acqua, se solo si pensa che per l’emergenza, non ancora scongiurata, si è parlato per Palermo di erogazione idrica ogni tre giorni. «Si ha come la sensazione che c’è chi si adopera per creare la crisi idrica – attacca poi il segretario generale Filctem Palermo Francesco Lannino – Proprio in questi giorni, quello che sta accadendo per la gestione di alcuni invasi, su cui ha la sovrintendenza la Regione, ne sono una prova evidente. Si vogliono buttare via tre milioni di metri cubi d’acqua dalla diga di Rosamarina e in questi giorni nella diga di Gammauda, comune di Chiusa Sclafani, sono stati scaricati, per piena, circa due milioni di metri cubi d’acqua. Questi cinque milioni di metri cubi coprono il fabbisogno idrico della città per cinque settimane, in quanto, come è noto il fabbisogno idrico di Palermo e di circa un milione di metri cubi a settimane. Sarebbero serviti per il mese di luglio e per la prima settimana di agosto, invece di avere l’acqua a giorni alterni».
Anche secondo la Filctem, come hanno dichiarato i commissari per le emergenze idriche che si sono avvicendati nei decenni scorsi, in Sicilia l’acqua c’è e non sono necessarie ulteriori opere faraoniche. «Occorre fare funzionare bene le infrastrutture esistenti attraverso le manutenzioni ordinarie e straordinarie per invasare l’acqua nei bacini al massimo delle capacità, anche tramite collegamenti d’interconnessione, ridurre le perdite nelle reti attraverso operazioni di ammodernamento e ristrutturazione, favorire il riuso dell’acqua depurata – aggiunge Lannino – Tutto il contrario di quello che continua ad avvenire: scarsa capacità degli invasi, perdite in alcune reti sino al 70 per cento, insufficiente depurazione e assenza di riuso delle acque. Se si pensa che l’acqua è l’oro blu, solo degli sconsiderati possono sprecarla».
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