L’ombra del danno erariale per il mancato raggiungimento dei livelli minimi stabiliti per la raccolta differenziata non incombe soltanto sul capoluogo, ma anche su alcuni comuni della Provincia. Oltre all’esposto presentato alla Corte dei conti da alcuni componenti ed ex del Movimento 5 Stelle per il Comune di Palermo – come la prima firmataria Claudia Mannino, oggi deputata nazionale iscritta al gruppo misto – ne esiste un secondo, presentato ancora da Mannino e da altri attivisti ai giudici contabili, che pone all’attenzione della mancato raggiungimento da parte di 12 comuni dell’Ato 1: Balestrate, Borgetto, Carini, Giardinello, Isola delle Femmine, Montelepre, Partinico, Torretta, Trappeto, Termini Imerese, Caccamo e Bolognetta.
Nell’esposto, firmato da otto persone – Mannino, promotrice dell’iniziativa, Giorgio Ciaccio, Irene Sclafani, Vincenzo Richichi, Eleonora Corpora, Manuela Sinatra, Pietro Salvino e Adriano Varrica – e datato 6 novembre 2014, si elencano i dati relativi alle percentuali minime di raccolta differenziata che devono essere raggiunte per legge e fissate con il decreto legislativo 22 del 5 febbraio 1997. «il predetto decreto – si legge nel documento – ha anche disposto che in ogni Ambito territoriale ottimale la raccolta differenziata degli stessi venga assicurata in misure percentuali minime del 15 per cento entro due anni dall’entrata in vigore del decreto stesso, del 25 per cento entro quattro anni e del 35 per cento dal sesto anno». Le percentuali sono state successivamente fissate da altre disposizioni normative nella misura del 35 per cento entro il 31 dicembre 2006, del 40 per cento entro il 31 dicembre 2007, del 45 per cento entro il 31 dicembre 2008, del 50 per cento entro il 31 dicembre 2009, del 60 per cento entro il 31 dicembre 2011 e del 65 per cento entro il 31 dicembre 2012.
Ebbene, secondo quanto riportato dai firmatari dell’esposto, nessuno dei comuni elencati sarebbe riuscito a rispettare questi parametri. Da qui deriverebbero i guai per le amministrazioni dei Comuni in questione. Come si ricorda nell’esposto, per penalizzare il conferimento in discarica dei rifiuti e per rafforzare gli obblighi di raccolta differenziata, è stata introdotta, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi minimi fissati dalla legge, «un’addizionale del 20 per cento al tributo dovuto per il conferimento in discarica, da applicarsi nei confronti dell’Ato con successiva ripartizione dell’onere tra quei Comuni del territorio che non abbiano raggiunto le prescritte percentuali minime».
«Il secondo esposto – commenta la deputata Mannino – che è ad integrazione del primo, di fatto si occupa della stessa materia di quello che è stato fatto per Palermo, ma estende i rilievi ai comuni dell’Ato 1. Ritengo che sia più che plausibile che adesso la Corte dei Conti si comporterà con questi enti locali come si è comportata con Palermo. Il primo esposto, quello per il Comune di Palermo è stato presentato a settembre 2014, due mesi dopo ho promosso questo secondo – ricorda ancora la parlamentare – I giornali in questi giorni hanno parlato proprio dell’interesse dei giudici contabili. Personalmente mi auguro che la Corte dei Conti, dopo i tanti rilievi che ha fatto nelle sue relazioni di inaugurazione degli anni giudiziari, inizi a entrare un po’ più nel dettaglio».
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