Differenziata, flop tra capoluoghi e grandi città Piccoli Comuni, eccellenze ma anche disastri

La Sicilia torna a differenziare, ma a chiazze e ancora lontana dagli obiettivi di legge. I dati complessivi elaborati dall’Ufficio speciale istituito in piena emergenza da Rosario Crocetta e Vania Contrafatto, e affidato all’ingegnere Salvo Cocina, parlano chiaro: male, anzi malissimo, i nove capoluoghi di provincia, tra i quali i risultati migliori sono raggiunti da Ragusa con poco più di 21 punti percentuali (partiva nel 2014 dal 17 per cento) e Trapani con quasi 15 punti

Seguono le tre città metropolitane, rispettivamente col 13 per cento a Palermo e il 12,7 a Catania e Messina. E ancora, Caltanissetta con 10,7 punti percentuali e Agrigento col 10 per cento, fino al disastro di Enna e Siracusa, ferme a circa 5 punti. Ma a fronte dei grandi centri in cui la differenziata non si riesce proprio a far funzionare, ecco le medagliette al valore per i piccoli Comuni che si sono impegnati nella sensibilizzazione nei confronti dei cittadini. 

Quello col maggiore tasso di differenziata in Sicilia è Campofiorito, 1.300 anime, nell’hinterland Palermitano: lì l’amministrazione partiva dal 35 per cento nel 2014, secondo i dati raccolti da Ispra, ed è arrivato al 92 per cento. Segue Monterosso Almo, nel Ragusano, che coi suoi tremila abitanti nel 2014 stava al 2 per cento e ha raggiunto gli 85 punti percentuali. E ancora San Cono (2.700 abitanti) e San Michele di Ganzaria (3.200 anime), nel Catanese che, pur partendo da percentuali alte, il 55 e il 72, hanno raggiunto rispettivamente l’81 e il 79 per cento. Stessa percentuale di Santa Teresa di Riva (9.400 abitanti), nel Messinese, che dall’8 per cento di due anni fa ora sfiora l’80. 

Pantelleria coi suoi 7700 abitanti è l’unica tra le isole minori ad avere raggiunto la soglia del 65 per cento, partendo da poco meno di 20 punti nel 2014. Segue il Comune di Santa Marina Salina, nelle Eolie, che coi suoi 900 abitanti è arrivata al 46 per cento. Si fermano al 23 per cento Lampedusa e Linosa, mentre Favignana (4200 abitanti) partiva dal 17 per cento nel 2014 ed è rimasta al 17. Un punto percentuale in più di Lipari (12.600 abitanti), che si assesta a quota 16 per cento. Si conferma ultima Ustica l’isola al largo del capoluogo dell’Isola: coi suoi 1.300 abitanti partiva dal 3,2 per cento nel 2014, dato non confortante che tuttavia è riuscita addirittura ad azzerare. 

A farle compagnia con zero rifiuti differenziati sono tantissimi Comuni, da Campobello di Mazara a Santa Flavia, passando per Roccapalumba, Gratteri, Godrano, Corleone, Terme Vigliatore (0,18 per cento), Rodì Milici, Mojo Alcantara, Castroreale, Valguarnera Caropepe (0,46 per cento), Barrafranca (0,10), Aidone (0,3), Mascali (0,50), Castiglione di Sicilia, Acireale (0,22), Bonpensiere e Camastra. Insomma, la cronaca di un disastro annunciato. Ma almeno adesso, per la prima volta, la Regione conosce i dati reali del flop della differenziata. Un primo importante punto di partenza.

Miriam Di Peri

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