Dieci idee regalo per Natale che fanno bene alla Sicilia Dalle arance delle zone alluvionate ai dolci del carcere

Ci sono regali che possono semplicemente rispondere al gusto di chi li fa e a quello di chi li riceve. Ce ne sono altri che, oltre a questo, possono essere di aiuto. Doppiamente: perché sostengono aziende cento per cento siciliane, rafforzando l’economia di una Regione che ha enorme bisogno di far crescere i consumi interni; e perché hanno un valore aggiunto, che risiede nelle persone che hanno realizzato quel prodotto e nel modo di realizzarlo. E in Sicilia ce ne sono tante. Per gli immancabili ritardatari dei regali di Natale, abbiamo scelto dieci idee a cui dare fiducia, dieci esperienze etiche. 

1) LE ARANCE PER AIUTARE LE AZIENDE COLPITE DAL MALTEMPO
A metà ottobre i territori della piana di Catania – in particolare tra Scordia a Lentini – sono stati colpiti da un’alluvione che ha cancellato interi agrumeti. Molte piante sopravvissute rischiano per anni di rimanere improduttive. I danni ammontano a diverse centinaia di milioni di euro. La rete In-Campagna produce biologico con particolare attenzione al rispetto dei lavoratori. Per Natale propone due strenne con agrumi a un prezzo maggiorato di cinque euro rispetto allo standard. Il surplus è finalizzato a interventi mirati alla salvaguardia delle piante e delle produzioni nei terreni che hanno sofferto i disagi causati dall’alluvione. 

2) OLIO CENTO PER CENTO SICILIANO
Non indichiamo nessun marchio specifico, ma rilanciamo l’appello di Coldiretti che ha invitato per Natale ad acquistare una bottiglia di olio extravergine italiano, alla luce della stagione negativa con un calo del 50 per cento della produzione. «Regalare una bottiglia di extravergine fa bene alla salute di chi la riceve, al paesaggio, al lavoro e all’economia del territori che l’hanno prodotta». Le Dop in Sicilia sono otto: Valli Trapanesi, Val di Mazara, la Dop Monte Etna, la Dop Valle del Belice, la Dop Valdemone e la Dop Monti Iblei. Ma nell’Isoila per avere un buon olio non è necessario puntare esclusivamente sul Dop. L’importante è che nell’etichetta sia specificata l’origine made in Sicily. 

3) I BISCOTTI DEL CARCERE MALASPINA DI PALERMO
Nel carcere minorile Malaspina di Palermo – e da poco anche nel grande laboratorio aperto nel quartiere di Ballarò – giovani detenuti, o chi ha finito di scontare la sua pena, producono deliziosi biscotti e provano a guardare alla vita da una prospettiva diversa. Tre sono i frollini dolci finora commercializzati da Cotti in fragranza: i Buonicuore, al mandarino tardivo raccolto in terreni confiscati alla mafia a Ciaculli; i Parrapicca, al limone di Sicilia e zenzero biologico; e i Coccitacca, con farina Maiorca Bio molita a pietra, zucchero integrale di canna Muscovado, lievito biologico e burro a chilometro zero. Qui dove ordinarli.

4) I BIJOUX REALIZZATI DALLE PALE DI FICO D’INDIA
Nel cuore della Sicilia, ad Assoro, la giovane Graziana Giunta ha aperto l’Atelier Manituana (che in indiano significa Il giardino del grande spirito), diventato in poco tempo punto di riferimento per altri artisti. La sua filosofia è non sprecare risorse. E da lì è partita per realizzare bijoux artigianali ed ecosostenibili. Il pezzo forte sono quelli con le fibre di fichi d’india essiccati.

5) SARTORIA E FALEGNAMERIA
Sul concetto di riciclo si basa anche la neonata cooperativa Fieri, la fabbrica interculturale ecosostenibile del riuso, che a Catania fa lavorare insieme migranti e italiani. Per creare prodotti di sartoria e falegnameria: appendiabiti, tavolini, orecchini, vestiti, portatabacco, colli, sciarpe, tovaglie, sedili. Li potete trovare a Catania, nello spazio del Pop-Up Market, oppure online.

6) LA BIRRA PANTA REI 
Anche in Sicilia si moltiplicano i birrifici. Ma a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, ce n’è uno molto particolare dove lavorano anche i detenuti in semilibertà del carcere Cavadonna di Siracusa. Si chiama Panta Rei e produce tre i tipi di birra: la blond ale My Rei, la rossa Hopportunity e quella metà orzo e metà frumento Experience.

7) IL VINO DI LIBERA TERRA
I prodotti di Libera, realizzati sulle terre tolte a Cosa Nostra, sono ormai una certezza, uno dei primi tasselli del commercio equo e solidale. E tra le categorie di vini la scelta è ampia, per tutti i gusti – dal Grillo al Nero d’Avola, passando per il Catarratto e il Nerello Mascalese fino al Sirah e al Perricone – e per tutte le tasche. In ogni caso sostenendo aziende che creano lavoro e mercato lì dove (i vigneti sono tutti nel Palermitano) prima regnava il monopolio violento della mafia. 

8) LE CUOCHE COMBATTENTI
Combattere la violenza con la creatività. È questa la mission delle cuoche combattenti, progetto nato a Palermo nell’autunno del 2017 che punta sulla produzione e sulla trasformazione artigianale di prodotti alimentari, marchiati con #etichettaantiviolenza, da un lato per dare concreto sostegno alle donne vittime di violenze e dall’altro per sensiblizzare su questo tema e sostenere l’autodeterminazione femminile. Si possono acquistare soprattutto conserve dolci e salate. Tutti i contatti sulla pagina Facebook.

9) LE MAGLIETTE DELLA CASA DI TOTI
Dal 2016 a Modica è in corso la realizzazione di un sogno. Quello di Muni, mamma di Toti che ha 20 anni e soffre di autismo. Ha sognato di realizzare un albergo etico dove Toti e altri ragazzi come lui potessero lavorare, «ribaltando il concetto di assistenza al disabile: da fruitore a gestore». Sulla sua strada ha trovato tantissimi sostenitori, piccoli e grandi. La sua storia ha conquistato la ribalta nazionale. Il progetto è in corso di realizzazione e chiunque può dare una mano anche acquistando le magliette con i disegni realizzati dallo stesso Toti e dai suoi amici.

10) IL CIOCCOLATO DI MODICA EQUO E SOLIDALE
Quetzal in Guatemala è un piccolo pappagalo che messo in gabbia muore. Ed è il nome scelto da una cooperativa di Modica che dal 1995 porta avanti il commercio equo e solidale e, come è naturale visto il luogo in cui è nata, si è specializzata nella produzione del tipico cioccolato locale. Fatto con materie prime provenienti dal Sud del mondo, in particolare Ecuador e Repubblica Dominicana, rispettando i diritti dei lavoratori e dell’ambiente. 

Salvo Catalano

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