Quattro persone tra quelle sbarcate dalla nave Diciotti della guardia costiera, dopo uno stallo durato quasi una settimana nel porto di Catania, sono state fermate dalla polizia con l’accusa di essere gli scafisti che hanno condotto i gommoni, poi soccorsi appena dentro le acque maltesi. Per loro – tre cittadini egiziani e un bengalese – l‘accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violenza sessuale e procurato ingresso illecito.
I migranti – in attesa di essere trasferiti nelle destinazioni finali che, stando agli accordi, dovrebbero essere l’Albania, l’Irlanda e strutture gestite dalla Conferenza episcopale italiana – si trovano nel centro di prima accoglienza di Messina allestito nell’ex caserma del rione Bisconte. L’individuazione dei presunti scafisti è avvenuta dopo che gli investigatori hanno ascoltato le testimonianze delle altre persone a bordo della nave.
Restano invece a Catania i tre migranti ricoverati perché affetti due da tubercolosi e due da broncopolmonite. Intanto altri due migranti hanno dichiarato di essere minorenni. Se ciò fosse confermato salirebbero a 29 i minori che erano a bordo della nave. Per loro la legge prevede l’accoglienza indipendentemente dal fatto se si tratti di aventi diritto allo status di rifugiato politico o di migranti economici.
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