Sono iniziate negli uffici della procura di Roma le audizioni della responsabile del dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero degli Interni, Gerarda Pantalone, e del suo vice Bruno Corda. Sono loro al momento le figure individuate dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, per fare luce sulla catena di comando che ha portato all’ordine impartito al comandante della Diciotti, Massimo Kothmeir, di non iniziare lo sbarco dei migranti recuperati la scorsa settimana da due motovedette della guardia costiera e poi trasferiti sulla nave. Anch’essa facente parte della flotta italiana. Pantalone e Corda al momento sono ascoltati come persone informate sui fatti, nell’ambito dell’inchiesta aperta da Patronaggio sull’ipotesi di sequestro di persona. Il fascicolo al momento resta a carico di ignoti.
Nessuna audizione invece è prevista per capo del Viminale, Matteo Salvini, che nei giorni scorsi non ha esitato a sfidare proprio Patronaggio. Dichiarando in diretta Facebook di non avere timore dei magistrati. «Nessun contatto con il procuratore, ma il ministro ha ribadito che si assumerà le proprie responsabilità, senza scaricarle sui funzionari», è il commento che in questi minuti arriva dall’entourage di Salvini. Ed è proprio ai più stretti collaboratori del ministro degli Interni che gli uffici del Viminale hanno rimandato ogni chiarimento in merito a una vicenda che, accanto al delicato aspetto umanitario riguardante le condizioni in cui i 150 migranti e il personale della guardia costiera sono costretti a vivere da ormai cinque giorni nel porto di Catania, inevitabilmente rappresenta il momento di maggiore tensione tra l’Italia e l’Unione europea, dalla formazione del nuovo governo a guida Lega-M5s. «Lo sbarco non è concesso per questioni di ordine pubblico e i motivi a sostegno di questa posizione possono essere tanti», chiosa chi in queste ore è a stretto contatto con il ministro dell’Interno, ammettendo però che tutto «è anche frutto di una volontà politica».
Volontà politica che, come emerso nelle ultime ore, punta a mettere con le spalle al muro l’Ue. Una mossa che finora non ha portato a nulla di concreto, se non alla risposta arrivata da Bruxelles a conclusione dell’incontro svoltosi ieri mattina tra i portavoce dei commissari. Riunione in cui è stata chiarita l’indisponibilità alle minacce da parte dell’Ue. «Da parte del ministro l’intenzione è quella di andare avanti a oltranza», fanno sapere i collaboratori di Salvini. Intanto dal porto di Catania arriva la notizia di un imminente controllo da parte degli ispettori del ministero della Salute, dei medici dell’Usmaf e regionali sulla Diciotti. Sulla nave sono stati portati tappetini da notte e materiale per l’igiene intima.
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