Cinquanta lunghi anni da quel 16 luglio 1969 in cui l’equipaggio dell’Apollo 11 partiva alla conquista della luna. In occasione di questa ricorrenza, che ha cambiato il mondo, la Fondazione Federico II e l’Inaf, Osservatorio astronomico di Palermo, hanno organizzato Destinazione Luna. Un viaggio alla scoperta della nostra storia attraverso un percorso didattico costruito nel cortile Maqueda e nei giardini del Palazzo Reale. Si tratta di un evento, gestito di concerto con l’Ars, donato alla comunità per riscoprire insieme quei giorni in cui il mondo rimase con il fiato sospeso. Ecco quindi il contributo museale fornito della Fondazione Federico II attraverso un lavoro di documentazione storica sulla tecnologia che accompagnava quel primo volo rivolto alla conquista del nostro satellite. Ma anche uno spaccato sociologico dell’impatto che questo evento ebbe sull’Italia, sulla Sicilia e sulla Palermo dell’epoca attraverso i quotidiani del tempo, dall’Ora al Giornale di Sicilia, dal Manifesto all’Unità passando per La Stampa, recuperati dagli archivi dell’Assemblea Regionale Siciliana.
«Il giornalismo ci regala la meraviglia e l’emozione della conquista», ci dice la direttrice della Fondazione Patrizia Monterosso. «Vogliamo commemorare la partenza dell’Apollo 11 perché quegli astronauti, quegli uomini, portarono con loro un’idea. Si fecero carico di un concetto fondamentale: la forza di trasformare il pensiero in azione, portando al trionfo dell’ingegno umano, capace di sviluppare un progetto rendendolo un evento storico». La componente scientifica è stata invece realizzata dall’Osservatorio Astronomico di Palermo, facente parte dell’Inaf, Instituto Nazionale di Astrofisica, che oltre questo realizzerà un secondo evento previsto per sabato 20 luglio a Villa Filippina in occasione dell’allunaggio. Astronomi dell’istituto hanno fatto da ciceroni presenziando alle quindici affollatissime postazioni per la realtà virtuale, spiegando passo passo alle persona cosa stanno vedendo mentre rivivono la passeggiata lunare di Armstrong o visitano le ricostruzioni dell’Apollo 11 e del LEM.
Nel frattempo il pubblico ha potuto visionare, sul ledwall montato al centro del cortile, un filmato realizzato appositamente per l’evento illustrando il prima, il durante e il dopo di quel fatidico viaggio, puntando l’attenzione anche sulle prossime missioni spaziali. Infine, oltre il photoset con le tute spaziali, punto focale della manifestazione è stata la postazione allestita nei giardini per ammirare la concomitante eclissi parziale di luna, con una copertura prevista del 65 per cento, attraverso i telescopi sistemati e gestiti dagli astronomi dell’Inaf. «Si è trattato della partenza verso un sogno, un viaggio impossibile reso possibile dalla volontà di superare i limiti umani ed è giusto che il pubblico di oggi possa assaporare quella sensazione, io per prima non ero nata nel ’69, ed è bello vivere l’aria dell’epoca anche attraverso i giornali di allora», ammette la dottoressa Laura Daricello parlandoci di come gli addetti ai lavori vivano questo cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla luna.
Sebbene Federico II amasse l’astronomia, l’istituzione dell’Osservatorio con sede a Palazzo Reale risale ai primi del 1700, creando un legame tra il capoluogo siciliano e le scienze legate all’esplorazione spaziale. «La città ospita, oltre al già citato Inaf, ente pubblico di ricerca vigilato dal Miur e composto da tutti gli osservatori astronomici nazionali e da quegli istituti ex Cnr specializzati in astrofisica, anche l’Iasf, Istituto di Astrofisica Spaziale, con sede in via La Malfa. L’osservatorio possiede inoltre dei laboratori per la calibrazione delle strumentazioni di volo usate anche su satelliti dell’Esa, della Nasa e dell’ente aerospaziale cinese» rivela la Daricello mostrandoci, in occasione di questo appuntamento con la storia, come Palermo sia un polo importante per la ricerca spaziale italiana.
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