Denuncia di Greenpeace: i bambini respirano veleni «Comune deve regolare viabilità intorno alle scuole»

«Faremo ciò che è possibile e anche di più. Il sindaco oggi convocherà una riunione di giunta sull’argomento». Il vicesindaco e assessore al Verde e alla Vivibilità Sergio Marino commenta così il report di Greenpeace che da ieri pomeriggio fa discutere l’intera città. L’associazione ambientalista ha effettuato una serie di monitoraggi dell’aria tra dicembre e gennaio nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie di Palermo. I controlli, svolti tra le 07 e le 08 e 30 del mattino – dunque all’ingresso degli istituti, nel momento di massimo accesso – hanno rilevato in nove scuole su dieci concentrazioni di biossido di azoto (NO2) spesso ampiamente al di sopra del valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana (40 μg/m3, microgrammi per metro cubo). 

Le scuole coinvolte nel monitoraggio sono: la primaria Trieste, l’elementare Turrisi, l’elementare Colozza, la libera scuola Waldorf, la materna Dimensione Bimbo, la materna Matite e Caramelle, l’elementare Grappa, l’elementare Maneri-Ingrassia e l’istituto Rapisardi-Garibaldi. E se il Comune pensa soprattutto a soluzioni nel lungo periodo, a MeridioNews Andrea Boraschi – responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – conferma da una parte di apprezzare la scelta della giunta Orlando di individuare priorità che cambino lo stile di vita dei cittadini ma allo stesso tempo invita a fare presto, guardando anche a ciò che altri Comuni hanno messo in campo sul tema. 

«Dobbiamo distinguere innanzitutto se stiamo parlando di soluzioni tampone come i blocchi per il traffico – spiega l’ambientalista -. Di sicuro servono azioni mirate e urgenti. Almeno le scuole andrebbero messe in sicurezza. In altre città si sperimentano da anni i piedibus: gruppi di bambini che sono accompagnati dai genitori o da responsabili del Comune e che vanno a scuola a piedi seguendo dei percorsi protetti. Bisogna cioè cominciare ad allontanare il traffico delle scuole, non è possibile che oltre il normale traffico ci sia anche quello dei genitori che magari in maniera premurosa vogliono accompagnare i bambini fino all’ingresso. Il Comune di Palermo potrebbe cominciare a regolare la viabilità intorno agli istituti».

In molti hanno notato che l’allarme lanciato da Greenpeace è arrivato in coincidenza con l’appuntamento inaugurale di Capitale della Cultura. Come a dire che Palermo rimane anche una capitale del traffico. «La situazione riscontrata nelle scuole di Palermo, all’orario della prima campana – osserva ancora Boraschi – conferma un quadro che appariva già evidente: da nord a sud, le città italiane sono assediate dai veleni dei diesel. E i bambini, che sono i più colpiti dagli effetti patogeni di queste sostanze, sono tutto fuorché al riparo. Quanto evidenziato da Greenpeace, peraltro in linea con i valori delle reti di monitoraggio ufficiali, segnala non solo un grave problema di qualità dell’aria, quanto un’emergenza sanitaria diffusa che esige soluzioni urgenti».

Con i rilevamenti di Palermo, Greenpeace ha ultimato la sua campagna di monitoraggi della qualità dell’aria nelle quattro città italiane oggetto della sua campagna contro il diesel: Milano, Torino, Roma e il capoluogo siciliano. L’associazione  ha realizzato 40 monitoraggi in 40 giorni diversi, presso altrettanti istituti scolastici (asili o elementari): 39 monitoraggi su 40 hanno rilevato concentrazioni di biossido di azoto superiori alla norma. La situazione peggiore appare quella registrata a Torino e Milano: da una media dei rilevamenti svolti in queste due città si ottengono valori superiori agli 80 μg/m3, più che doppi rispetto alla soglia sanitaria individuata dall’OMS. Palermo e Roma, per contro, mostrano una situazione appena meno grave: la prima con valori medi prossimi ai 70 μg/m3, la seconda con valori medi di poco inferiori ai 60 μg/m3.

Come spiega il report Ogni respiro è un rischio dell’organizzazione ambientalista, il biossido di azoto – che negli ambienti urbani viene per il 70-80 per cento dal settore dei trasporti, e in massima parte dai diesel – è classificato tra le sostanze certamente cancerogene. I suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. È particolarmente nocivo sui bambini, cosa che spiega la tipologia di monitoraggio realizzata da Greenpeace. Da quando ha iniziato a effettuare questa campagna di monitoraggi, Greenpeace ha incontrato rappresentanti dei governi di Roma, Milano, Torino e Palermo.

«Al momento neanche Palermo sembra orientata a fare quanto stanno facendo altre città europee – continua Boraschi – come Atene, Parigi, Madrid, Copenaghen e molte altre: dare una data di scadenza ai diesel, oltre la quale questi veicoli non potranno più circolare nei centri urbani. Questo sarebbe il modo più efficace per dimezzare in breve tempo l’inquinamento da biossido di azoto. Non si può continuare a permettere alle persone di continuare a comprare le auto coi motori diesel come se niente fosse». Greenpeace chiede ai sindaci delle città italiane più colpite dal biossido di azoto di adottare presto provvedimenti radicali per abbattere questo inquinante. Anche perché l’Italia è attualmente sotto procedura d’infrazione da parte della Commissione europea, per i ripetuti sforamenti dei valori massimi di concentrazione di particolato e biossido di azoto. E proprio oggi il ministro per l’Ambiente Galletti sarà a Bruxelles per un confronto in extremis con la commissaria per l’Ambiente, prima che l’Italia venga deferito alla Corte Europea.

Andrea Turco

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