Difetto di notifica alle cinque parti offese e subito rinvio. Inizia così il processo per l’omicidio di Enzo Timonieri, il 26enne il cui cadavere, in avanzato stato di decomposizione, venne ritrovato il 5 giugno dello scorso anno dai carabinieri in contrada Vaccarizzo. Il giovane, che da casa era scomparso a febbraio ed era ritenuto contiguo al gruppo mafioso dei Nizza, sarebbe stato ucciso con tre colpi di pistola calibro 9×21 sparati a distanza ravvicinata. Alla sbarra per questo delitto ci sono Natalino Nizza, Salvatore Sam Privitera e i fratelli Antonio e Michael Sanfillippo. Proprio agli ultimi due, poi diventati collaboratori di giustizia, si deve il ritrovamento del cadavere e le rivelazioni che hanno portato all’arresto di Nizza e Privitera.
Stando alla ricostruzione della procura, Timonieri il 12 febbraio dello scorso anno si trovava in macchina insieme ai fratelli Sanfilippo. Il 26enne, seduto nel sedile lato passeggero, sarebbe stato condotto verso una zona isolata con la scusa di prelevare delle armi. Mentre il gruppo affrontava il percorso Michael Sanfilippo avrebbe sparato alla vittima che, forse, non si è accorto di nulla. Subito dopo il corpo è stato sotterrato. Nizza e Privitera, stando alle accuse, sarebbero mandante e organizzatore dell’agguato. Il movente è da ricondurre, per i pm, alla gestione di un canale di rifornimento di droga da parte dello stesso Timonieri.
Nell’udienza di oggi l’unico assente per rinuncia era proprio l’uomo che avrebbe premuto il grilletto. In collegamento da un sito riservato invece il fratello Antonio, mentre sono entrambi detenuti Nizza e Privitera. Il primo nel carcere di Nuoro, l’altro in quello di Pomezia.
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