De Luca ordina sgombero e demolizione baracche «A Messina governo dichiari lo stato d’emergenza»

Con un’ordinanza «contingibile e urgente» il sindaco di Messina Cateno De Luca ha disposto «lo sgombero e la demolizione di tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento per motivi di igiene e sanità pubblica». Il primo cittadino peloritano ha intrapreso la sua personale crociata contro l’emergenza delle baracche per porre fine una volta per tutte a una situazione di estremo degrado che dura da anni.

A far scattare la dura presa di pozione del primo cittadino il servizio andato in onda su Rai 2 nel quale l’inviata si è recata a Fondo Fucile e ha raccontato le condizioni in cui vivono i baraccati. Al microfono De Luca ha palesato la sua intenzione di risolvere «il problema del risanamento, demolendo tutte le baracche rimaste in piedi». Non è finita la giornata e ha emesso l’ordinanza. Nel documento si specifica che lo sgombero dovrà avvenire entro il 31 ottobre, giorno in cui l’area verrà recintata. Nei due mesi successivi, invece, dovrebbe avvenire la «demolizione di qualsiasi manufatto che insiste nei richiamati ambiti». 

Le zone in cui intervenire sono quelle individuate dai sette piani particolareggiati redatti all’indomani della legge 10 del 1990. Tra le duemila e le cinquemila le persone interessate, ma non esiste un censimento che certifichi la presenza di residenti nelle baraccopoli presenti all’Annunziata, nell’area Giostra-Ritiro-Tremonti, quella di Camaro-Bisconte, e poi ancora Fondo Saccà, Gazzi-Fondo Fucile-Rione Taormina, Santa Lucia-San Filippo e Bordonaro-San Filippo Superiore. Il primo cittadino ha disposto inoltre che entro la fine di questo mese gli venga fornita la documentazione dettagliata da parte di tutti gli uffici competenti. Investiti del problema l’Asp, l’Istituto autonomo case popolari, l’Arpa, il dipartimento Ambiente e Sanità, il dipartimento Politiche della casa e Risanamento, la polizia municipale, l’Amam, la Protezione civile, il dipartimento delle Politiche del territorio e dell’Edilizia privata

All’azienda sanitaria De Luca chiede che venga fornita una relazione e le relative attestazioni riguardanti «l’anti-igienicità e il grave degrado delle strutture abitative». Mentre obbliga lo Iacp a trasmettere al Comune, entro il 31 agosto, una dettagliata relazione su tutte le procedure ancora in corso relative alla legge 10 del 1990 e nonché sulla disponibilità di alloggi liberi da destinare ai nuclei familiari aventi diritto. All’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente, il sindaco chiede di predisporre la mappatura dei siti con presenza di materiali contenenti amianto. Infine sarà compito del dipartimento Politiche della casa e Risanamento e della polizia municipale specificare quali famiglie non hanno diritto ad avere alloggi popolari perché hanno occupato abusivamente le case. Attraverso un sistema di controlli incrociati invita l’Amam a relazionare sullo stato degli allacci idrici e delle fognature negli ambiti di risanamento. Prevista anche una documentazione fotografica dello stato dei luoghi e una relazione sullo smaltimento delle acque bianche e sulla mappatura della pubblica illuminazione

Nell’ottica di De Luca la decisione metterà con le spalle al muro Regione e governo nazionale chiamate ad affrontare il problema. A riguardo il sindaco ha dato mandato al segretario generale di predisporre gli atti per «richiedere al presidente della Regione di avviare l’iter procedimentale e di investire il governo nazionale della gravissima situazione igienico-sanitaria» che persiste nel territorio del Comune di Messina, al fine di ottenere la dichiarazione di stato di emergenza socio-ambientale. «O eliminano le baracche o eliminano il sindaco di Messina – esordisce il primo cittadino in un post su Facebook -. Con questa mia affermazione ieri in prefettura si è concluso il confronto sulla bozza di ordinanza sindacale riguardante lo sgombero e la demolizione delle baracche». De Luca chiede di non essere lasciato solo «a gestire oltre cento anni di ipocrisia. Il governo nazionale deve prendere atto e dichiarare lo stato di emergenza abitativa con apposite procedure d’urgenza e relativi fondi diversamente. Io – avverte il primo cittadino – sono pronto a esercitare comunque le mie prerogative di massima autorità locale in materia di igiene e salubrità e di protezione civile». Questa mattina De Luca incontrerà a Palermo l’assessore Marco Falcone. «Non so cosa mi succederà però, dopo aver analizzato quasi 30 anni di chiacchiere dalla famosa legge 10/90 – conclude – ma mi sono convinto che le istituzioni regionali e statali debbano essere messe di fronte al fatto compiuto. Ora vediamo chi tenterà di fermare un percorso irreversibile che apre scenari delicati e pericolosi».

Simona Arena

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