Dalle strade alle scuole, tutti i buchi dell’ex provincia Presidio degli studenti il 31: «Sempre le stesse scuse»

La protesta degli studenti e delle studentesse di Palermo, che hanno annunciato questa mattina un presidio sotto la sede dell’ex provincia per giorno 31 gennaio, è solo l’ultimo tassello di una lunga serie di malumori nei confronti dell’ente più bistrattato e più inviso in Italia. Da quando l’ex provincia ha assunto il nuovo nome di città metropolitana, nel 2014 con l’allora governo Crocetta alla Regione, la pasticciata riforma che avrebbe dovuto abolire i cosiddetti enti intermedi ha invece soltanto acuito i problemi. 

Gli ambiti che erano dell’ex provincia – scuola e strade su tutti – sono infatti rimasti scoperti: da una parte la città metropolitana, che ha come referente il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ha a malapena i soldi per il personale; dall’altra le competenze non sono ancora state riaffidate a distanza di sei anni dalla riforma. Gli ultimi testimoni di questo pastrocchio sono gli studenti del capoluogo siciliano, che denunciano in contemporanea il progressivo de-finanziamento delle scuole pubbliche.

Col risultato che le lezioni si svolgono in strutture sempre più pericolanti, senza un’adeguata manutenzione e dentro aule ghiacchiate. Proprio la mancanza di riscaldamenti è stata oggetto di proteste nelle ultime settimane: in diversi licei palermitani gli studenti negli ultimi giorni si sono rifiutati di entrare in classe, rimanendo fuori dai cancelli. Una preoccupazione condivisa dai presidi, che hanno ricordato come gli impianti di riscaldamento necessitano di notevoli risorse economiche: i contributi da parte dell’ex provincia sono sempre più ridotti e gli istituti da soli non riescono a sostenere i costi.

«Le cause e le scuse sono sempre le stesse: non ci sono fondi, servono permessi speciali, la procedura è troppo lunga – dichiara Giovanni Siragusa, rappresentante del liceo Benedetto Croce – Tutto a scapito non solo del buonsenso, ma anche della legge che prevede una temperatura minima di 18 gradi come condizione base per poter fare lezione».

Ecco perché gli studenti, che si sono riuniti in un coordinamento delle scuole palermitane, hanno appeso alcuni striscioni davanti sette istituti della città per annunciare un presidio che si terrà venerdì 31 gennaio a Palazzo Comitini, in via Maqueda, sede dell’ex provincia. I giovani infatti lamentano strutture fatiscenti, palestre inagibili a causa della mancanza del certificato di agibilità, intere aree delle scuole sottratte all’uso per l’incuria delle istituzioni.

«Dopo le proteste degli scorsi giorni al liceo Meli e al liceo Galilei abbiamo deciso di organizzarci per fare qualcosa insieme – dichiara la studentessa Ludovica Di Prima – Il problema generale riguarda i tagli all’istruzione, ma è l’ex provincia comunque l’ente responsabile delle strutture scolastiche. Ecco perché il 31 andremo a reclamare lì i nostri diritti».

E se le scuole piangono le strade certamente non ridono. La situazione disastrosa delle provinciali è sotto gli occhi di tutti: dopo le proteste degli scorsi mesi l’ex provincia è riuscita a presentare il progetto esecutivo per la sp4 che, a questo punto, aspetta il finanziamento da parte della Regione Siciliana. Mentre a marzo è previsto l’inizio dei lavori sulla sp2. Intanto il comitato cittadino Vogliamo la strada Corleone-Partinico tiene alta l’attenzione.

«Abbiamo mandato una lettera in prefettura e all’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone per fare il punto della situazione dopo le feste natalizie – afferma Giuseppe Cardella – Con l’assessore abbiamo un incontro fissato per settimana prossima. Sappiamo che dovrebbe essere stato individuato finalmente l’ufficio che potrebbe risolvere il problema delle due frane sulla sp2. E’ vero che finalmente l’ex provincia il progetto l’ha presentato, ma il rimpallo di competenze tra gli enti non può non farci stare in allerta».

Infine c’è la complicata situazione di Piano Battaglia. A più di un mese di distanza dall’avvio ufficiale della stagione invernale gli impianti restano chiusi. La società che gestisce gli impianti di risalita ha scelto di adire le vie legali contro la città metropolitana, rea a suo dire di aver affidato a un’altra azienda la gestione delle pisce da sci. Una situazione di stallo che preoccupa i cittadini, uniti nel gruppo Uniti per le Madonie.

«Ci sembra veramente difficile che tutto si possa risolvere nel giro di pochi giorni, quindi il rischio che per quest’anno non si possa sciare è reale e concreto – dichiara il portavoce Franco Scancarello – Piuttosto, da quanto abbiamo appreso, esistono tutti i presupposti che fanno prevedere la possibilità concreta di un nuovo blocco anche per altre successive stagioni, come avvenuto molte volte in passato. Questa preoccupazione, che sarebbe sciagurata per l’asfittica economia delle nostre montagne, ci ha indotti a richiedere, unitamente al gruppo Cittadinanza Attiva Sicilia, un urgente incontro al sindaco della città metropolitana di Palermo. Siamo convinti che se ogni ente, come dichiarano sempre tutti i responsabili degli stessi, vuole effettivamente il funzionamento di Piano Battaglia, si potrebbero fare in due settimane i passi avanti che non si è stati in grado di fare negli ultimi tre anni e sperare che, neve permettendo, a metà febbraio si riapra la stazione sciistica. Occorre la buona volontà e la disponibilità di tutti».

Andrea Turco

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