Dalle navi alle piazze della legalità Maria Falcone: «Difficile fare arrivare i ragazzi»

Maria Falcone, la sorella del magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 nella strage di Capaci, già sapeva. Quindi nessun problema per lei se, per la prima volta dal 2002, le navi della legalità, che ogni anno alle 8 del mattino approdavano al porto di Palermo nel giorno dell’uccisione di Giovanni Falcone, quest’anno non arriveranno. Simbolico attracco della legalità in una terra insanguinata dalla mafia. La spending review ha colpito anche i simboli della legalità. «Faremo un collegamento con gli studenti dalle piazze italiane», racconta a Meridionews Maria Falcone.

Migliaia di ragazzi da ogni parte d’Italia per 13 anni hanno sfilato nel centro di Palermo, urlando contro la mafia. Le navi che approdavano a Palermo con le gigantografie degli eroi dell’antimafia siciliana erano oramai un punto fermo della manifestazione. L’anno scorso oltre 20mila giovani alunni hanno commemorato a Palermo il XXII anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Oltre mille di loro sono sbarcati nel capoluogo siciliano proprio con la nave della legalità. La flotta, messa a disposizione dalla Snav, partiva il 22 maggio da Civitavecchia con a bordo, fra gli altri, il presidente del Senato, Pietro Grasso, e il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi. Ma a causa della spending rewiew da Roma si è deciso di sospendere l’iniziativa. Quindi addio alle navi della legalità. Adesso si passerà alle «piazze della legalità».

Le città che aderiranno alla manifestazione sono: Milano, Firenze, Reggio Emilia, Napoli, Vibo Valentia, Rosarno, Corleone, Capaci, Partinico, Caccamo, Gattatico. Grande assente: Roma. La capitale d’Italia. Città in cui sono presenti i palazzi governativi. Nelle piazze che parteciperanno alla manifestazione gli studenti daranno vita a iniziative antimafia, che saranno collegate tra loro con il contributo della Rai.

«Era già tutto preventivato. Abbiamo abbandonato le navi della legalità per fare un collegamento con le piazze di tutta Italia», racconta la sorella del giudice palermitano ucciso dalla mafia. «Fare arrivare i ragazzi era diventato oramai una difficile impresa. Quindi io sono d’accordo con questa decisione, perché è proprio un richiamo a volere far fare un salto di qualità alla manifestazione. In tutti questi anni i ragazzi delle scuole che sono venuti a Palermo – conclude –  sono stati una delle cose più belle del ricordo della strage di Capaci. Su questo non c’è alcun dubbio. Adesso vogliamo che ci seguano le intere città dello Stivale. La lotta alla mafia è un problema in tutta Italia». 

Maurizio Zoppi

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