Qualche giorno fa abbiamo scritto un articolo a proposito di un maldestro tentativo, approdato al Consiglio comunale di Palermo, di far approvare un atto che avrebbe consentito la cementificazione degli ultimi scampoli di verde sfuggiti miracolosamente alla speculazione edilizia degli anni 50, 60, 70 e 80 del secolo passato. Loperazione, per fortuna, è stata bocciata dalla maggioranza dellassemblea di Sala delle Lapidi. Ma il tentativo, piuttosto volgare, cè stato.
Ci chiedevamo, qualche giorno fa, il perché del tentativo di riportare indietro di qualche ventennio le lancette della speculazione edilizia che ha già massacrato Palermo. Ci chiedevamo da dove sarebbero venuti fuori sti soldi da investire nel cemento per soppiantare il verde. Perché unoperazione sul modello di quella che una parte del Consiglio comunale ha provato a portare avanti si giustifica soltanto se, a monte, ci sono tanti soldi.
Nel secolo scorso cerano i soldi dei mafiosi e i soldi pubblici che finivano alla mafia. Non sappiamo se, anche questa volta, erano pronti i soldi di dubbia provenienza. Ma, adesso, leggendo alcuni passaggi della finanziaria presentata dal Governo regionale, abbiamo capito che i soldi per cementificare i verde di Palermo – o meglio, ciò che resta del verde di Palermo – sarebbero arrivati dalla Regione.
Sì, avete letto bene: la Regione siciliana senza soldi, che sta contraendo un mutuo di 360 milioni per pagare una parte della spesa corrente ha preparato una barca di soldi per investire nella cosiddetta edilizia sovvenzionata. In pratica, cemento con i fondi regionali per rilanciare lattività edilizia non per rivitalizzare i Centri storici, ma per distruggere il verde pubblico. a Palermo, almeno, l’operazione era stata preparata per questo. Ed è probabile che potrebbe essere così anche in altri Comuni isolani.
E evidente che qualcuno, la scorsa settimana, nel Consiglio comunale di Palermo, era al corrente che, nella finanziaria regionale presentata solo ieri sera dal Governo, ci sarebbe stato un bel gruzzolo di soldi per il rilancio dellattività edilizia. Cioè per il rilancio della speculazione.
Dietro questa operazione cerano i soliti cementificatori pronti a inghiottire il verde pubblico e il verde storico rimasto: le varie organizzazioni più o meno imprenditoriali e le varie cinghie di trasmissione appaltizie dei partiti politici di maggioranza e di opposizione.
Per fortuna, come già ricordato, la mangiuglia è stata sgamata. Ma questo sta creando molti mal di pancia. A quanto pare anche il Sindaco Leoluca Orlando sarebbe finito sotto accusa da parte dei vari comitati di affari che pensavano di avere chiuso loperazione. Stando a indiscrezioni, i vari comitati di affari – con ‘agganci’ presso il Consiglio comunale di Palermo, rimprovererebbero al Sindaco di non aver appoggiato l’operazione.
Il problema è che una pessima politica è già pronta a riprovarci. Perché gli interessi in ballo sono grossi. Per frenare questi appetiti dal sapore cianci miniano sarebbe necessario o togliere direttamente dalla manovra di bilancio, in discussione allArs, lo stanziamento per ledilizia sovvenzionata; oppure inserire nella legge una sorta di destinazione vincolata di questi fondi: precisando nella norma che questi soldi non potranno essere utilizzati dai Comuni per cementificare aree a verde pubblico, a verde agricolo e via continuando.
Lanciamo un appello al gruppo parlamentare dei grillini e, in generale, ai parlamentari di Sala dErcole di buona volontà: evitiamo di cementificare il verde delle città dellIsola. Se proprio lo stanziamento deve rimanere, che venga utilizzato per rivitalizzare i Centri storici delle città, non per consentire nuove speculazioni sul vede pubblico, come hanno provato a fare a Palermo.
Nel capoluogo siciliano, per ora, loperazione è stata sventata. Ma lo spirito cianciminiano, nella Città perduta è sempre in agguato. Tuteliamo Palermo e anche le altre città siciliane da nuovi, possibili scempi.
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