Dagli scandali del crollo del viadotto a un piano miliardario per le infrastrutture in Sicilia, e persino al Ponte sullo Stretto. La riapertura del tratto del viadotto Himera in direzione Palermo diventa l’occasione per il presidente del Consiglio Matteo Renzi per un mini show. A cominciare dal suo arrivo a bordo di un elicottero in compagnia dell’inseparabile ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio e del direttore dell’Anas, Gianni Vittorio Armani. E, appena presa la parola, subito mette le mani avanti rispondendo alle critiche che hanno accompagnato nei giorni scorsi la notizia delle sua visita nell’Isola, preannunciata da un infelice tweet, a proposito dell’inaugurazione di un fantomatico «svincolo a quattro corsie». La polemica ha spinto l’entourage di Renzi a fare dietrofront, parlando invece di una inaugurazione.
«Qualcuno diceva “che venite a fare?”, questa non è una inaugurazione ma una riapertura. Esatto. Ci sono state un po’ di polemiche ma noi siamo qui esattamente per questo: la priorità numero uno è riaprire le strade che erano chiuse e per fare manutenzione». Renzi , quindi, guarda al futuro, e ricorda il piano da 800 milioni, annunciato da Armani, per il riordino delle infrastrutture nell’Isola: «Il nostro approccio è molto semplice: prima si tiene in ordine ciò che c’è con un sistema via satellite di monitoraggio del dissesto e rischi di crollo. Una volta che si è messo in sicurezza, si può parlare del futuro». E a proposito di infrastrutture, ecco rispuntare il tormentone sul Ponte sullo Stretto: si farà o no? Domanda che Renzi glissa. «Il Ponte? Prima di ragionare delle varie infrastrutture va messo a posto ciò che c’è – ribadisce -. È una vergogna che si siano fatti autentici scandali, l’abbiamo messo a posto, ora mettiamo a posto le strade e le ferrovie in Sicilia. Non ha senso che nel Paese che ha la migliore alta velocità ci siano zone di serie b: è ingiusto e indegno, una volta finito questo, e dopo aver messo in sesto la Salerno-Reggio Calabria e le strade calabresi, si penserà al Ponte». Poi, la solenne promessa: «Mai più scandali come quelli a cui abbiamo assistito, mai più viadotti che crollano».
Il premier si impegna perché le strade che verranno dovranno essere «all’avanguardia», rilancia attaccando la classe politica spesso colpevole di inerzia e poca trasparenza. «La Sicilia ha bisogno di serietà, di cose concrete, puntuali e di manutenzione. I grandi progetti li abbiamo tutti, ma vengono dopo che i cittadini vedranno che la politica smette di buttare via i soldi, i fondi europei, e le risorse necessarie per rimettere in moto le nostre infrastrutture». Dopo la tappa sul viadotto, Renzi è ripartito alla volta di Palermo dove lo attende la firma per il patto con il capoluogo, con il sindaco Leoluca Orlando. Senza dimenticare, però, il segretario siciliano del Partito Comunista, Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982 in un agguato assieme alla guardia del corpo, Rosaro Di Salvo: «Metterò un fiore sulla targa che lo ricorda».
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