Dal Pci al Pd, un’arroganza senza tempo

Da qualche giorno, sulla rete, è possibile rintracciare un ‘interessantissimo’ dibattito su Berlusconi, la politica italiana e i suoi elettori. Un dibattito diventato quasi ‘appassionato’ dopo la manifestazione di ieri di Roma in Piazza del Popolo.

Gli ‘intellettuali’ che si esibiscono sulla rete – che, com’è facile intuire, sono quasi tutti di centrosinistra, con spiccatissima tendenza verso il Pd – si chiedono, con la supponenza che li contraddistingue, come sia possibile che, nell’anno di grazia 2013, il 30 per cento dell’elettorato italiano continui a scegliere il Cavaliere.

Risulta ancora più interessante leggere le motivazioni che questi ‘intellettuali’ adducono per spiegare il successo di Berlusconi (loro, ovviamente, non parlano di successo, ma noi che facciamo i giornalisti, anche se a malincuore, dobbiamo ammettere che prendere il 30 per cento dei voti alle elezioni politiche – con tutte le schifezze che hanno scaraventato addosso al Cavaliere, tra “Donne, cavalier, armi e amori”, più le inchiesta giudiziarie di tutti i generi e di tutte le specie – è stato un successo).

Insomma, per gli ‘intellettuali’ del Pd il successo del Cavaliere si spiegherebbe e si concentrerebbe in una battuta elaborata dal ‘Principe’ del Soloni del centrosinistra italiano targato Pd: “Il problema non è Berlusconi, ma chi lo vota”.

Questa ‘dotta’ conclusione, oggi, si è arricchita di una ‘novazione’ che potete leggere su Il fatto quotidiano. A proposito della manifestazione di ieri a Roma – Piazza del Popolo stracolma di gente – un altro genio della sinistra italiana ha certificato: “Anche Hitler riempiva le piazze”.

Con molta probabilità, il dibattito ‘surreale’che è in corso sulla rete, la battuta del primo Solone (“Il problema non è Berlusconi, ma chi lo vota”) e il ‘distillato’ d’intelligenza politica di stamattina (“Anche Hitler riempiva le piazze”), se non spiegano affatto i motivi della vittoria di Berlusconi dopo tutti gli errori commessi dallo stesso Cavaliere, spiegano, però, un’altra cosa non meno importante del successo del centrodestra: spiegano il fallimento dell’operazione Bersani.

Già, Bersani. Come ha fatto il segretario del Pd a non vincere le elezioni con oltre 10 punti di vantaggio? Anche se tale domanda è stata subito rimossa – come si faceva con le inchieste giudiziarie che riguardavano il vecchio Pci e che oggi riguardano il Pd – il dibattito ‘dotto’ tra militanti, Soloni e intellettuali radical chic di un certo centrosinistra risponde proprio a questa domanda.

La risposta è semplice. Il Pd non ha vinto le elezioni proprio perché a dominare, in quest’area politica, sono questi argomenti e questi personaggi. Sono proprio questi Soloni e questi ‘intellettuali’, sono questi dibattiti ‘surreali’, certe battute e gli ‘aggiornamenti’ che allontanano l’elettorato dal centrosinistra.

Risulta illuminante notare, anche, come gli eredi del vecchio Pci abbiano trascinato nel Pd il disprezzo che hanno sempre nutrito nei riguardi della volontà popolare. Quando il nostro Solone afferma che “Il problema non è Berlusconi, ma chi lo vota”, sta soltanto dicendo che non sempre gli elettori hanno ragione. E, soprattutto, avevano torto ieri quando non votavano per il Pci e hanno torto oggi perché non votano per il Pd di Bersani.

Con questi personaggi è inutile discutere, perché “hanno sempre ragione” come il Duce. (foto a dinistra, tratta da controcopertina.com)

Inutile dire a questi signori del Pd e ai loro Soloni, intellettuali e ciarpame politico vario che, in democrazia, gli elettori hanno sempre ragione. Perché i comunisti, la ragione, sono abituati a prendersela, a prescindere dalla verità dei fatti. E, soprattutto, a prescindere dalla volontà popolare.

Inutile spiegargli che c’è gente che non vuole la Tav, che non vuole il Muos di Niscemi, che non vuole il folle elettrodotto che Terna sta realizzando nella Valle del Mela, in provincia di Messina. Inutile fargli sapere che c’è gente che non vuole sentire parlare di “rimborsi” ai Partiti (forse non gli bastano i soldi che intascano con gli appalti nella sanità pubblica, tutti ‘addomesticati’?), che non ne può più delle banche, dell’Imu, del Governo Monti, della Bce, della finanza rapace e persino dell’euro e dell’Unione Europea che affama la Grecia, Cipro e. fra poco, anche l’Italia.

Tutto inutile. A loro tutto è dovuto. E se in Parlamento gli mancano i voti per governare, beh, li pretendono anche da chi non la pensa come loro. Loro sono i più bravi, i migliori, gli unici. Poi, però, inevitabilmente, vanno a sbattere. Proprio come Bersani in queste ore.

 

Giulio Ambrosetti

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