Dal centro al Foro Italico, la città accoglie il Papa  Fedeli: «I giovani hanno bisogno della sua guida»

In una Palermo blindata e off limits per le auto si attende l’arrivo di Papa Francesco. Chi percorre via Libertà sino al Politeama dove è già allestito il palco che ospiterà il Santo Padre alle 17 non può fare a meno di notare lo schieramento di forze dell’ordine e le transenne. «Devo constatare – racconta Patrizia Mercatali- la pulizia e l’ordine per le strade e in verità mi dispiace che ciò avvenga solo per queste occasioni. Tuttavia io andrò a vedere il Papa nel pomeriggio sperando di riuscire a cogliere il suo sorriso. Se potessi incontrarlo gli chiederei sicuramente di stare vicino ai giovani, purtroppo ho notato che ormai sono privi di valori hanno bisogno di una guida».

Se poi ti lasci alle spalle il centro città e ti inoltri nelle traverse che costeggiano il Foro Italico,  in lontananza scorgi fedeli, diaconi e presbiteri ma anche semplici cittadini che cercano di superare a fatica i controlli. «Veniamo da Torretta – racconta L.G. con tanto entusiasmo. È un Papa vicino alla gente e deve continuare a essere così. Se potessi parlare con lui gli chiederei di intercedere per avere più lavoro». Il prato è affollato fin dalle prime ore de mattino. «Sono emozionata – racconta Maria – sono arrivata qui da Alcamo con un cuore pieno di speranza». Distesi sul prato e pieni di gioia gli Scout d’Europa: «Già siamo a Palermo da ieri- Maria Laura Colodino –  vorrei chiedere una benedizione per Corleone al Santo Padre. L’Italia vede le cose negative invece che quelle positive. Oggi il paese è rinato, le difficoltà ci sono ma noi andiamo avanti».

E la vicinanza di Papa Francesco si legge nei volti dei ragazzi ma anche dei bambini. Ecco che incontri armati di bandierina due fratellini, Riccardo e Giovanni. «Sono contento – sottolinea Riccardo di 7 anni- e se potessi parlargli chi chiederei il lavoro per tutti e anche di passare più tempo con il mio papà che è un tecnico che aggiusta gli ascensori». La gioia e l’entusiasmo nella parole della Famiglia mariana cinque pietre. «Noi siamo arrivati qui dal Santuario di Tagliavia – racconta suor Maria Gioia – siamo felici. L’abbiamo visto tante volte. La prima l’ho conosciuto a Roma mentre facevo parte di un’altra congregazione. Ero a Roma quando è stato nominato Papa. Mi viene in mente l’eco delle parole di Giovanni Paolo II e mi aspetto che si rifaccia al suo anatema contro la mafia. Nutriamo la speranza che le sue parole siano accolte nei cuori di tutti».

E il sindaco Leoluca Orlando ha scritto una lettera di benvenuto al pontefice:  «Palermo è oggi, anche grazie al seme di speranza lasciato da Padre Pino Puglisi e con lui dal Magistero del Cardinale Salvatore Pappalardo, una città in cammino; una città che a venticinque anni da quei giorni tristi e luttuosi, sta ritrovando la propria strada e che pur fra mille difficoltà e contraddizioni vuole porsi all’Italia e al mondo come modello possibile di comunità che accoglie e dialoga, perché riconosce che solo nell’accoglienza e nel dialogo può trovare liberazione, riscatto e sviluppo morale prima ancora che materiale». E ha aggiunto: «Papa Francesco incontra una città che si sforza di agire in modo solidale piuttosto che parlare».

Stefania Brusca

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