Da Porto Empedocle a Siculiana: sigilli e denunce Cemento e scale per avere accesi privati al mare

Scivoli di cemento per favorire l’ingresso delle auto, scalette e punti d’ormeggio per ricavare accessi privati al mare e sversamenti abusivi di reflui. Sulla bellissima costa agrigentina, da Porto Empedocle a Siculiana, la Guardia di finanza ha individuato 15 opere abusive, denunciato dieci persone e altri dieci soggetti sono in corso di identificazione

È il risultato di diversi mesi di controlli, partiti senza specifiche denunce, ma frutto di un’attività di monitoraggio delle Fiamme gialle della Compagnia di Agrigento e della tenenza di Porto Empedocle. Oggi è scattato il sequestro per diverse aree demaniali e private entro la fascia di rispetto di 30 metri dal demanio. «Le indagini continuano – spiega il colonnello Pietro Maggio – perché dobbiamo accertare le responsabilità degli abusi, considerato che le opere individuate abbracciano più Comuni e più competenze».

È un’opera di bonifica quella messa in atto dalla Finanza che ha individuato gazebo in legno, terrazzamenti in cemento con sbancamento della scogliere, scale e discese a mare, distribuite su un litorale lungo una quindicina di chilometri e che comprende anche la Scala dei Turchi di Realmonte, anche se proprio sulle famose rocce bianche non sono stati trovati abusi. Il tutto per favorire, e in alcuni casi rendere esclusivo per residenze private, l’accesso al mare. Durante i controlli sono stati trovati anche diversi scarichi vicino queste abitazioni ed è stato dato mandato all’Arpa di analizzare i liquidi, perché potrebbero essere causa di danni all’ecosistema marino. 

Ai venti responsabili individuati (di cui dieci ancora in corso di identificazione) sono stati contestati i reati di occupazione abusiva di demanio marittimo, distruzione e deturpamento di bellezze naturali, realizzazione di opere edilizie in assenza di permesso di costruire in zone sottoposte a vincolo paesaggistico e ricadente in aree rientranti come Sito di Interesse Comunitario. Le indagini continuano anche per arrivare al ripristino originale dei luoghi. 

Salvo Catalano

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