Politica

Da Più Europa ad Azione. Ferrandelli passa con Carlo Calenda. «Serve una forza seria, concreta e riformista»

Fabrizio Ferrandelli passa ad Azione, la forza politica di Carlo Calenda. Il passaggio è stato ufficializzato a Roma dopo l’esperienza che ha visto entrambi impegnati insieme alle ultime elezioni amministrative di Palermo. Ferrandelli, infatti, era stato il candidato a sindaco per il Terzo Polo con il pieno sostegno di Più Europa. Adesso il transito dopo sei mesi di continui confronti e riflessioni. L’irruzione delle Politiche, dopotutto, aveva impedito di suggellare il percorso politico intrapreso senza però bloccare gli intenti e pensieri. L’accettazione, nel contesto odierno, non arriva in solitudine, anzi. Sugella un rapporto maturo che non vuole appiattirsi al Partito Democratico ed essere subalterno al Movimento 5 Stelle.

«Abbiamo la convinzione – ha dichiarato Ferrandelli – che all’Italia serva un’alternativa seria, concreta, riformista. Ritorniamo a sei mesi fa quando con Carlo Calenda abbiamo chiuso una campagna elettorale bellissima a Palermo dove tutti ci davano per spacciati, ci dicevano che non saremmo andati oltre il 4%. I palermitani hanno risposto con oltre il 15% dei voti e così è partita un’onda che poteva portare nel Paese la federazione (Più Europa, Azione e Italia Viva ndr) al 10%. L’accelerazione elettorale non ha aiutato. Le strade di Più Europa e Azione si sono divise. Io ho avuto un grande travaglio. In quella fase, da presidente dell’Assemblea (di Più Europa ndr) ho deciso di non creare ulteriori lacerazioni e spaccature, restando al mio posto fino alle Politiche e di accettare candidature senza paracadute. Chiaramente il mio percorso con Carlo Calenda non si è interrotto; abbiamo mantenuto il dialogo e provato a riunire le nostre strade».

L’uscita dal partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova è avvenuta con la massima serenità. E non escludendo nulla, per la crescita unita di tutte forze che si riconoscono nel Terzo Polo. Per la Sicilia e per la città di Palermo «immagino un irrobustimento – continua – della nostra azione politica. Crediamo che il Mezzogiorno vada rappresentato nell’agenda politica del Governo; ne abbiamo parlato con Mara Carfagna e Matteo Richetti. Riteniamo che ci sia bisogno di un gruppo dirigente che le proposte riesca a portarle avanti, con i numeri e che siano incalzanti sul territorio».

Umberto Triolo

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