Il Paese e, in particolare, la Sicilia possiedono «un potenziale pazzesco», ma soffrono entrambi di «un gigantesco problema di autostima». Parola del presidente del Consiglio Matteo Renzi che oggi da Palermo – in visita da ieri del capoluogo siciliano per inaugurare l’anno accademico dell’Università – ha colto l’occasione per strigliare il popolo siciliano esortandolo al cambiamento perché, ha assicurato, «possiede assets e opportunità impressionanti. Ci sono cose che non funzionano – ha ammesso Renzi -, ma adesso dico basta a chi si lamenta soltanto e alimenta la cultura della rassegnazione: c’è bisogno di un cambio di passo culturale». Secondo il premier, infatti, il mondo chiede bellezza, cultura, ed è proprio questo il ruolo dell’Italia, del Mezzogiorno e della Sicilia: «In un mondo che pensa solo ai numeri, occorre dire che i veri valori sono quelli della cultura e della conoscenza, e non bisogna cedere alla cultura della rassegnazione».
Nel suo lungo intervento, durato oltre 40 minuti, il premier ha scelto il palco del Teatro Massimo – che per l’ex sindaco di Firenze possiede tutte le caratteristiche per essere considerato «tra i più belli del mondo» – per rilanciare la scelta di Taormina come futura sede del prossimo G7 definendola una «gigantesta operazione sul brand Sicilia». «Tutte le operazioni di successo degli ultimi dieci anni – ha spiegato – si sono accompagnate a una brillante operazione di comunicazione. Senza una buona storia da raccontare, anche il prodotto migliore non sarà venduto. E senza una buona storia da raccontare la Sicilia continuerà ad avere un quinto dei turisti delle Canarie o delle Baleari». Tradendo le iniziali premesse di non cadere nella trappola di numeri e cifre da «discorso elettorale», il premier ha annunciato anche la prossima data in cui farà nuovamente tappa nell’Isola per una «ricognizione delle infrastrutture», perché il rilancio del Sud passa anche e soprattutto dal potenziamento delle sue opere: «Oggi indichiamo i valori, ma ci sono anche le cose che facciamo e quelle da fare. Il 16 novembre saremo di nuovo in Sicilia con il ministro Graziano Delrio per fare una ricognizione puntuale delle infrastrutture viarie e tecnologiche importanti per connettere questa regione».
Dalla Sicilia al Mezzogiorno il passo è breve ed ecco altri annunci in materia di sgravi e interventi per rilanciare il lavoro: «C’è la legge di Stabilita che contiene elementi importanti – ha sottolineato – e ci saranno ancora gli sgravi per le assunzioni, in una terra che è piegata dalla mancanza di lavoro: quegli incentivi già decisivi per il buon risultato del Jobs Act, torneranno nelle regioni del Sud e solo nelle regioni del Sud. C’è, insomma, un lavoro forte, ma tutti devono fare la propria parte, anche le università». Ma proprio nella giornata dedicata all’università e alla formazione sono sono mancate, tuttavia, tensioni con gli studenti degli atenei. Un gruppo di manifestanti, formato da ragazzi e lavoratori, ha dato vita a una protesta, ed è stato tenuto a distanza dalle forze dell’ordine che hanno impedito che si avvicinasse. Erano in particolare studenti medi, universitari, professori e lavoratori che hanno contestato la «passerella che prova a nascondere le miserie del sistema formativo e del mercato del lavoro».
Ma mentre in strada scoppiavano tafferugli, dentro il Teatro Renzi ha posto proprio l’accento sul taglio dissennato delle risorse agli atenei: «Non dico che non vi fossero le motivazioni, dal baronaggio ai casi di malagestione, che hanno prodotto un clima negativo e che, agli occhi dell’opinione pubblica, ha giustificato un taglio che è stato estremamente dannoso. Anche se la cultura della revisione della spesa va bene, i tagli indiscriminati sono una ferita insanabile. Non sono qui per fare promesse – ha concluso – ma ci impegneremo per trovare soluzioni che possano risolvere il dramma dei giovani ricercatori alle prese con i turn over: prima ancora della stabilità e la certezza, dobbiamo assicurare loro di di avere ogni anno concorsi liberi e aperti». «La presenza di Renzi è per Palermo un motivo di orgoglio – dice Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione – in Legge di Bilancio abbiamo inserito misure per il diritto allo studio fondamentali per colmare il divario tra Nord e Sud del Paese anche nell’ambito dell’istruzione e della formazione: abbiamo stabilizzato l’incremento del fondo per il diritto lo studio, previsto nella scorsa legge di Bilancio, abbiamo pensato a una no tax area per studenti meritevoli ma privi di mezzi, stiamo lavorando per eliminare il paradosso dei cosiddetti idonei senza borsa. Sono felice – conclude – che questo nuovo anno di buone notizie per l’università parta qui, oggi a Palermo, con Matteo Renzi. Un segnale importante per il Paese».
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