È emigrato vent’anni fa, non per lavoro ma per amore. Una canadese gli aveva fatto perdere la testa e lui ha deciso di fare il passo e trasferirsi. In più Toronto è la mecca del rock e del metal, due generi di cui è da sempre appassionato. La storia di Roberto Infantellina all’estero inizia così: un taglio netto con la sua città natale, Palermo, in viaggio verso nuovi orizzonti. «Contrariamente alla maggior parte degli italiani, che si trasferiscono all’estero per trovare lavoro – racconta -, possiamo dire che io invece ho fatto questa scelta per amore. All’inizio non è stato facile ambientarsi in una città così diversa, soprattutto per il clima. Poi la mancanza della famiglia e degli amici si faceva sentire». Dopo circa due anni finalmente ottiene i documenti per la residenza e comincia a lavorare. «Qualche tempo prima avevo conosciuto uno chef di Roma che mi ha assunto e mi ha insegnato il mestiere di cuoco – spiega -, era un ristorante italiano nella solita Little Italy. Ho cominciato praticamente da zero, pelando patate e lavando verdure. Poi pian piano ho cominciato a cucinare e devo dire che mi sono subito appassionato a questo nuovo lavoro, cavandomela anche abbastanza bene, tanto che dopo un anno lo chef si è licenziato e io ho preso il suo posto».
Anche se per molti la vera cucina italiana è altro rispetto a quello che ci propinano nelle varie Little Italy all’estero, per lo chef resta un capitolo comunque positivo: «Quella di Little Italy è stata una bella esperienza, che mi ha dato l’opportunità di conoscere tanta gente, la realtà degli emigrati all’estero e anche qualche personaggio famoso. Ho avuto il piacere di cucinare per diversi cantanti italiani tra i quali Umberto Tozzi, Albano, Gianluca Grignani, Michele Zarrillo, Massimo Ranieri». Purtroppo dopo due anni e mezzo le cose al ristorante cominciarono a non andare tanto bene, così decide di lasciare: «Per fortuna qui a Toronto le opportunità non mancano – ripercorre -, quindi ho lavorato in altri due posti, fino a quando nel 2006 ho cominciato a lavorare nel ristorante dove lavoro attualmente, un ristorante di alto livello, situato nel quartiere finanziario, diciamo la Wall Street di Toronto».
Oltre all’amore, a Toronto lo chef può soddisfare un’altra grande passione: quella per la musica. «Sono sempre stato un grande appassionato in particolare di rock e metal, Toronto per questo è un paradiso. Nel 2003 io e la mia compagna abbiamo avuto dei problemi e ci siamo lasciati, da li ho cominciato una vita nuova. Mia madre mi diceva: “Perché non torni a Palermo?”. Io non ci pensavo nemmeno, avevo un lavoro che mi piaceva, vivevo da solo, avevo fatto amicizie, di giorno lavoravo e la notte facevo festa, concerti a più non posso. Praticamente ho trascorso circa dieci anni in stile sesso, droga e rock’n’roll. Otto anni fa ho conosciuto la mia attuale compagna Jane, canadese, e mi sono un po’ calmato. Ma non mi dispiace, sono stato felice quando facevo quel tipo di vita e sono felice adesso che ho qualcuno con cui condividere tutte le mie passioni: anche lei è chef ed è la mia migliore amica. Insomma, anche se non subito, alla fine l’amore l’ho trovato».
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