Da Palermo a Modica con il Minuetto in 4 ore e mezza Una rivoluzione, ma per i pendolari è «come 15 anni fa»

In fondo si tratterebbe solamente di un treno. Ma la sostituzione delle vecchie littorine col Minuetto da parte di Trenitalia, che consentirà a partire da oggi di andare da Palermo a Modica in quattro ore e mezza, ha fatto gridare al mezzo miracolo. Fino a ieri per viaggiare sui binari dal capoluogo alla città del barocco ci volevano più di otto ore: bisognava arrivare col Regionale Veloce fino a Catania, da lì cambiare fino a Siracusa per poi giungere, presumibilmente esausti, a Modica. Un’odissea lunga, in linea d’aria, 320 chilometri

Da oggi, invece, il Minuetto Palermo-Modica prevederà fermate a Ragusa, Comiso, Licata, Gela, Campobello-Ravanusa, Canicattì. Previsto un unico cambio a Caltanissetta Xirbi. Ogni giorno transiteranno due treni da nord a sud e tre in direzione opposta. I biglietti costeranno 16 euro e 50, i posti a disposizione per ogni tratta sono 120 e sarà possibile accedere alla linea wi-fi. Né più nè meno, insomma, che le condizioni che già offrono le linee di pullman. Almeno però sarà possibile scegliere. E per i pendolari che, specie durante le festività natalizie, sceglieranno di tornare a casa è un buon motivo per esultare. I più felici sono gli agrigentini e i nisseni, fino a questo momento i pochi audaci che osavano avventurarsi col treno impiegavano tra le sei e le otto ore nonché enormi tempi di attesa. Adesso invece viene riaperta la linea Gela-Caltanissetta e in particolare il tratto Gela-Canicattì, rimasto chiuso dopo lavori di riammodernamento e messa in sicurezza costati 35 milioni di euro. 

Cosa ne pensano allora i principali e possibili fruitori? Marco Castrogiovanni, dipendente precario alla Regione di origini licatesi, rimane critico. «Qualche minuto in meno di percorrenza e treni più nuovi – dice -. Per il resto il ruolo della linea, in mancanza di un piano e di investimenti, era è rimane marginale. Siamo ritornati più o meno alla situazione di 15 anni fa». 

Francesca Biundo, invece, è una studentessa all’Accademia delle Belle Arti. Finora ha fatto la spola tra Gela e Palermo in pullman: tre ore di viaggio, quando non si becca il traffico all’ingresso. Adesso guarda al nuovo mezzo di trasporto con favore. «Perchè no? – dice -. Il treno è più comodo a parer mio». Da parte sua l’attore Francesco Lambri, gelese anch’egli, la butta sull’ironia: «Di questo passo tra 20 anni Trenitalia scoprirà l’esistenza del doppio binario in Sicilia. Sia chiaro che preferisco comunque i binari alla dittatura del trasporto su gomma. Mi mancheranno le fermate nel nulla, i cambi infiniti, i pullman sostituivi del treno». 

Gli stessi palermitani mantengono numerose perplessità. Il giudizio ad esempio di Daniela Tomasino è tranciante: «Meno del minimo: servono linee migliori, treni migliori, maggiore frequenza e velocità – afferma -. Siamo in grave difficoltà con le infrastrutture, e con tutte le autostrade e strade extraurbane con problemi gravissimi di sicurezza e manutenzione, serve un forte investimento sulle ferrovie, come non si è mai fatto in passato». Enrichetta Guarneri fa invece notare: «Da Modica il biglietto costerà sei euro in più, e comunque l’Ast fa al giorno almeno quattro corse per Palermo, Trenitalia ne fa meno». La conclusione più amara però è di Marco Castrogiovanni. «Mio padre era ferroviere, io ci sono cresciuto con i treni – racconta – e vedere come è andata a finire è un colpo al cuore».

Andrea Turco

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