Da Milano a Siracusa, bike caffè nel cuore di Ortigia «Partecipiamo allo sviluppo sostenibile della Sicilia»

«Non c’è terra migliore della Sicilia da esplorare e assaporare sulla punta dei pedali». Per questo hanno deciso di tornare. Un viaggio di sola andata da Milano a Siracusa. Lasciandosi alle spalle la stabilità di un lavoro a tempo indeterminato, in cambio di un progetto che in quell’angolo a Sud Est dell’Isola è un’assoluta novità: un bike caffè nel cuore dell’isola di Ortigia, in via dei Mergulensi. I protagonisti sono Alfonso, siracusano doc, e Chiara, milanese. Lui 29 anni, lei 38. «Ci siamo conosciuti durante un giro in bici a Milano, ci siamo innamorati e fidanzati». A gennaio del 2014 hanno cominciato a pensare di voler cambiare vita, a Pasqua hanno capito che il progetto che avevano abbozzato poteva assumere la forma di un bike caffè. Un anno dopo, il 3 aprile, il piccolo locale è stato inaugurato. Lo hanno chiamato Movimento Centrale. «Vogliamo unire le forze con tutti coloro che pedalano verso una Sicilia sostenibile», scrivono nella sezione chi siamo del sito.

Al classico servizio bar, Alfonso e Chiara aggiungono una ciclofficina gratuita, noleggio e custodia notturna della bici, itinerari turistici su due ruote, e l’aiuto per trovare un alloggio, grazie alla rete con che stanno provando a creare B&b e operatori del turismo. «All’inizio pensavamo di aprire un’attività più orientata alla ricettività, un piccolo ostello per ciclisti – spiega Chiara – poi, in base al capitale che avevamo, ci siamo un po’ ridimensionati. Ma seguiamo un principio: quello che non possiamo offrire noi, lo possono offrire altri». Chiunque condivida la loro idea di turismo sostenibile. Usano prodotti a chilometro zero, cercando di usufruire di «quello che cresce e viene prodotto vicino a noi». Caffè equo-solidale, birra artigianale, vino naturale. E propongono percorsi affascinanti, naturalmente su due ruote: «Esplorare la costa in barca a vela con bici al seguito, pedalare in notturna nella riserva naturale di Vendicari, attraversare in bici la necropoli più grande d’Europa, scoprire Siracusa con un viaggio fotografico», sono alcune delle idee. 

A Milano Alfonso lavorava per il gruppo L’Espresso, dove gestiva la pubblicità online. Chiara si occupava di comunicazione in uno studio legale internazionale. «Avevo un contratto a tempo indeterminato – spiega lui – ma alla sicurezza lavorativa e alla stabilità faceva da contraltare la routine, il fatto di lavorare esclusivamente per mantenersi, di vivere in una realtà orientata al business». La spinta verso Siracusa è stata la voglia di uscire dagli schemi. «Un progetto del genere non avrebbe avuto speranza a Milano, dove di bike caffè ce ne sono già diversi». La coppia ha investito circa 40mila euro per avviare il progetto, di cui 25mila chiesti attraverso un finanziamento. 

Siracusa finora ha reagito tiepidamente. «C’è curiosità – racconta Chiara – vengono gli studenti universitari, la gente passa, si avvicina garbatamente, guarda, ti chiede una cosa, magari all’inizio non capisce esattamente cosa facciamo, cosa c’entra un bar con una ciclofficina. Ma la voce comincia a girare e i clienti tornano, ogni tanto arriva qualche turista in bici che è stato inviato da qualcuno, oppure, ieri pomeriggio due ragazzini si sono fermati a gonfiare le ruote delle loro bici». Nel futuro c’è la voglia di farsi conoscere più possibile nella Sicilia sud orientale. «A Catania – dicono – c’è una realtà molto più vivace che gira attorno al mondo delle due ruote e del turismo sostenibile, c’è più consapevolezza del valore di cittadinanza. Sappiamo che il percorso sarà in salita – concludono – ma amiamo questa terra, ne riconosciamo le grandi potenzialità e vogliamo contribuire allo sviluppo sostenibile delle sue numerose risorse».

Salvo Catalano

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