Da Genova a Soccorso, storia del pasticciotto Il paese chiede la tutela del dolce tradizionale

Soccorso è una frazione del Comune messinese di Gualtieri Sicaminò. Trecento anime che vivono in un borgo dove non esiste un panificio e forse tra un po’ aprirà una piccola bottega. Un pezzo di Sicilia nascosto e ignoto ai più, ma che gli appassionati del buon cibo hanno imparato a conoscere in particolare per un prodotto: il pasticciotto. Un biscotto di pasta frolla ripieno di marmellata che da sei anni è il protagonista assoluto della sagra che si terrà domenica prossima. E che adesso, sulla scia della granita a Messina, gli orgogliosi residenti vorrebbero tutelare con un marchio di denominazione comunale. 

Il dolce fa parte della storia di questa piccola frazione e per una giornata è possibile gustarlo nella piazza del paese. A ideare la sagra è stato il gruppo Gaedara, dal nome dell’antico borgo, costituito da 13 abitanti del posto. Dario e Nicola Bonanno, Francesco, Giuseppe e Maria Luisa Calderone, Carmen Calapà, Alessandro D’Amico, Giuseppe Impala, Federico ed Emanuele Maio, Francesca Manfrè, Carmelo Miccio ed Eleonora Ragusa. «Siamo cresciuti mangiando questo biscotto – spiegano – che veniva preparato soprattutto durante le festività e donato agli amici e alle persone più care». 

Le radici del pasticciotto sembrerebbero essere liguri.«Proveniene da Genova ed è stato portato a Soccorso agli inizi del Novecento dalla signora Olga Batolo – proseguono – sua mamma era genovese, il papà originario di Gioiosa Marea». La storia di questo biscotto di pasta frolla comincia proprio con l’arrivo della signora Olga nel paesino tirrenico. «Si sposa con un soccorsese, Antonino Schepis, e nella sua cucina comincia a sfornare il pasticciotto seguendo la ricetta che le aveva insegnato la madre. Era l’unica a preparare questi dolci in occasione delle ricorrenze più importanti, come feste natalizie e pasquali e poi li regalava a tutti i suoi ospiti». 

La bontà di questo dolce comincia a incuriosire le signore del paese. La signora Olga tramanda i segreti della sua ricetta ad altre compaesane. «Ancora oggi le mamme sono il vero motore di tutto – raccontano -. Insieme alle nonne di Soccorso e non solo si prestano a preparare questi dolci tre giorni prima della sagra. Circa 80 donne mettono a disposizione le loro case, le loro braccia per impastare e infornare».

Negli anni sono state proposte tante varianti del biscotto, che ha contribuito a far conoscere il paese: con marmellata di albicocca, di pesca, di arance, di fragole, ciliegie o con crema di cioccolato. Tuttavia il classico rimane quello ripieno di conserva di mele cotogne. «Ogni anno alla sagra proponiamo una nuova variante. Quest’anno chi verrà potrà gustare quelli ripieni di confettura ai frutti di bosco. In ogni caso ci sono dei piccoli segreti che si custodiscono gelosamente e che riescono a renderlo unico». Spennellato di rosso d’uovo prima della cottura in forno, il pasticciotto raggiunge la sua tipica doratura ambrata e lucida. Si può consumare ancora caldo, con il profumo della marmellata e la consistenza della pasta frolla appena sfornata, o freddo come dolce accompagnato da un buon bicchiere di zibibbo. 

Ospite dell’edizione 2016 della sagra, arrivata alla quinta edizione e patrocinata dal comune di Gualtieri Sicaminò, sarà il pasticcere di Tusa Pietro Di Noto. «Non conosce questo biscotto, glielo faremo apprezzare e chissà che non ci aiuti a farlo conoscere nel resto della Sicilia e poi anche in Italia – concludono -. Per salvaguardarne l’origine proveremo a chiedere al Comune di Gualtieri di istituire il marchio comunale. Così il pasticciotto di Soccorso sarà riconosciuto ufficialmente come prodotto tipico del nostro paesino».

Simona Arena

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