L’ennesima stangata per le tasche dei siciliani in tema di rifiuti. Da gennaio 2019 il conferimento in discarica dei Comuni subirà un aumento del 20 per cento. Soldi che verranno prelevati dagli gestori degli impianti e verranno girati nella casse della Regione. La novità in teoria dovrebbe colpire solo i Comuni che non hanno raggiunto il 65 per cento della raccolta differenziata, ma che nella pratica verrà intanto applicata a tappeto. L’onere della prova – dimostrare cioè di aver centrato l’obiettivo – spetta infatti ai Comuni. Un esempio? Soltanto per il Comune di Catania – tra quelli con percentuale di differenziata più bassa in Sicilia col 10 per cento – il salasso sarà di circa 600mila euro in più all’anno. Naturalmente sulle spalle dei cittadini, almeno dei pochi che pagano, visto il cronico problema di riscossione.
Ieri mattina si è svolta una riunione nella sede dell’assessorato regionale ai Rifiuti in cui erano presenti il direttore generale Salvo Cocina e i gestori degli impianti che ricevono la frazione indifferenziata. Dalla Regione è stato impartito l’ordine di applicare l’addizionale del 20 per cento sulla quota di conferimento in discarica. In realtà questa sanzione è prevista da tempo dal Codice dell’ambiente – il decreto 152 del 2006 all’articolo 205 – ma in Sicilia non è mai stata applicata. In quella legge, ormai vecchia di più di dieci anni, si ponevano gli obiettivi di differenziata che i Comuni avrebbero dovuto raggiungere: il 35 per cento entro il 2006; il 45 per cento entro il 2008; il 65 per cento entro il 2012. Traguardi che la Sicilia ha puntualmente fallito: a settembre (ultimo dato disponibile) la media regionale si attestava sul 35 per cento, cresciuta di dieci punti negli ultimi nove mesi, ma comunque in ritardo di 12 anni rispetto agli standard nazionali richiesti. Così dal governo Musumeci è arrivato l’input di applicare, a partire da gennaio 2019, quella legge rimasta finora lettera morta.
Saranno dunque i gestori delle discariche – per gran parte in mano ai privati – a presentare il conto ai Comuni. E sempre loro verseranno le somme alla Regione ogni tre mesi, anche anticipando i pagamenti da parte delle amministrazioni. Non è ancora chiaro se l’addizionale del 20 per cento si applicherà anche in maniera retroattiva. Quello che è certo è che, per gennaio 2019, il riferimento al dato di raccolta differenziata a cui guardare per decidere se un Comune pagherà o meno la tassa è a un anno prima, cioè a gennaio 2018. Se in quella data si è raggiunto il 65 per cento, allora l’amministrazione potrà chiedere di essere esentata, altrimenti scatterà l’aumento.
Andando a spulciare le percentuali di differenziata a gennaio 2018, pubblicate dall’ufficio speciale della Regione, il quadro appare sconfortante: la media regionale era del 24,6 per cento e i Comuni che superavano il 65 per cento – e che quindi al momento sarebbero esenti – sono appena 66 su 390 (Aci Castello, Aragona, Bisacquino, Bivona, Butera, Calamonaci, Cammarata, Campofiorito, Camporeale, Casteltermini, Castrofilippo, Castroreale, Chiusa Sclafani, Cianciana, Cinisi, Comitini, Contessa Entellina, Custonaci, Delia, Ficarra, Giardinello, Giuliana, Grammichele, Ioppollo Giancaxio, Licodia Eubea, Lucca Sicula, Mazzarino, Mazzarà Sant’Andrea, Mazzarrone, Menfi, Militello, Mineo, Mirabella Imbaccari, Montallegro, Montelepre, Monterosso Almo, Montevago, Novara di Sicilia, Palagonia, Piedimonte, Poggioreale, Pollina, Prizzi, Raddusa, Ramacca, Realmonte, Ribera, Roccamena, Rodì Milici, Rometta, Sambuca, San Cono, San Giovanni Gemini, San Giuseppe Nato, San Michele di Ganzaria, Sant’Elisabetta, Santa Margherita di Belice, Santa Teresa di Riva, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano di Camastra, Scordia, Torregrotta, Valdina, Villafranca Sicula, Vizzini, Zafferana).
Ma in realtà nessun Comune può davvero tirare un sospiro di sollievo: dagli uffici del dipartimento trapela infatti la possibilità che l’addizionale venga applicata in maniera retroattiva anche sul 2017. Se così fosse – e questo sarà chiaro dalle linee guida che a breve verranno definite dall’assessorato – bisognerà andare a prendere come riferimento le percentuali di differenziata del 2016.
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