Da domani i tesori degli Zar in mostra a Palazzo Sant’Elia  «Per la prima volta esposte opere di quattro musei russi»

I tesori degli Zar escono per la prima volta dalla Russia per raggiungere Palermo. Costumi, porcellane, dipinti, acquerelli, mobili, bronzi e suppellettili dal valore inestimabile saranno in mostra a Palazzo Sant’Elia dal 12 ottobre fino all’11 dicembre. “L’età dei musei. 100 capolavori dalle residenze imperiali russe: Peterhof, Tsarskoe Selo, Gatchina, Pavlovsk”, curata da Olga Barkovets, prende parte alle iniziative di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 e del festival internazionale Russian Seasons, volto a far conoscere la cultura russa nel mondo.

«La mostra è uno dei progetti di maggior rilievo del Festival internazionale delle Stagioni russe – afferma Vladimir Medinskij, ministro della Federazione Russa – per la prima volta i quattro musei si uniscono per portare al pubblico italiano opere di straordinario valore artistico e storico, una selezione di arredi delle residenze imperiali, custoditi grazie all’impegno di diverse generazioni di operatori museali». Ad accogliere i visitatori un’installazione video. Scorrono le immagini dei palazzi regali, i quadri, gli affreschi, le immense scalinate e fontane. Un valzer suona in sottofondo.

In mostra le quattro residenze imperiali: Peterhof, Tsarskoe Selo, Gatchina e Pavlovsk trasformate in un museo. Rosso, verde, blu pavone e giallo. Ad ognuna delle residenze è stato assegnato un colore, riflesso nella tintura pareti. «Ciò che rende speciale questa mostra è l’aria di Rinascimento che si respira entrando nelle sale – afferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – Russia e Palermo, due rinascimenti che si incontrano facendo memoria di quadri, dipinti, monumenti e qualche immobile copiato. L’augurio è di continuare a copiarci a vicenda, realizzando una contaminazione positiva».

Del Museo Peterhof, esposti a Palazzo Sant’Elia, nella prima sala, il trono dell’Imperatore Nicola I, ritratti, porcellane e il dipinto che celebra la visita a Palermo degli Zar. Nella seconda sala, arredata dal Museo Tsarskoye Selo, alcuni pezzi dell’arredamento della famosa Lyons Hall, la sala di Lione, oggi in restauro. Parte della collezione di oggetti in ambra, il tavolo progettato da Ippolito Monigetti, vasellame di origine cinese e una copia dell’acquerello di Premazzi che riproduce la sala di Lione in tutto il suo splendore. Tessuti francesi, porcellane, quadri e mobilio particolare, provenienti dal Museo Gatchina, abbelliranno la terza sala. «Palermo, come nessun’altra città, rappresenta il rapporto tra la nostra storia e quella italiana – spiega la direttrice del Museo Tsarskoe Selo, Olga Taratynova – Sapevamo che impressionare il pubblico palermitano sarebbe stato molto difficile, abbiamo spedito le cose più belle e interessanti».

Nella quarta sala, troveranno spazio gli oggetti custoditi dal Museo Pavlosk: porcellane francesi, dipinti, sculture, abiti ed uno splendido cofanetto in porcellana finissima rivestita d’oro, cobalto e velluto. In mostra anche la pipa e il bocchino per narghilè di Alessandro II e l’abito di Caterina II, l’imperatrice russa illuminata fondatrice del primo istituto d’istruzione superiore femminile in Europa. «Inizialmente eravamo tutti un po’ preoccupati – racconta il direttore del Museo Gatchina, Vasiliy Pankratov – per la prima volta quattro musei insieme spedivano in viaggio le proprie opere. Teniamo tanto ai nostri oggetti e non amiamo l’idea di mandarli fuori dai nostri musei. Adesso però, vedendo la mostra, mi ritengo molto soddisfatto».

Pezzi unici, originali, appartenenti alle casate imperiali russe, che riflettono la ricchezza delle ex residenze degli Zar. Sono arrivati nel capoluogo siciliano con una scorta armata, accompagnati dagli esperti dei quattro musei. «Dopo la riapertura di Palazzo Sant’Elia, nel 2007 – racconta Antonio Ticali, sovrintendente di Palazzo Sant’Elia – ospitammo alcuni capolavori italiani acquistati dallo Zar Nicola I durante il suo viaggio in Italia. È particolarmente emozionante ricevere a distanza di undici anni questa ricca esposizione».

Tra gli oggetti esposti, un frammento di parquet unico, rubato dagli invasori nazisti durante la seconda guerra mondiale, rintracciato poi a Berlino e restituito al Museo Tsarskoye Selo nel 1947. Degno di nota anche il servizio Guryevsky realizzato per Alessandro I dalla Fabbrica di Porcellana Imperiale, nella cui decorazione vede l’impiego di diversi chili d’oro. «Pezzi portatori di un profondo significato storico e culturale – afferma Fundarò – intensificano l’ammirazione reciproca e il dialogo italo-russo».

Particolarmente interessante è la sezione dedicata al viaggio trascorso in Italia nel 1845 dall’imperatore Nicola I insieme alla moglie Alexandra e la figlia Olga. I due giunsero a Palermo a bordo di due piroscafi e alloggiarono nella villa dell’Olivuzza, all’epoca non ancora proprietà dei Florio. L’imperatrice, cagionevole di salute, apprezzò particolarmente il clima mediterraneo: passeggiava, visitava i dintorni e stringeva amicizia con nobili signore isolane. «Questo angolo di paradiso che è la Sicilia – spiega la direttrice generale del Museo Peterhof, Elena Kalnitskaya – ha sempre interessato la Russia, sia per il clima che per la sua storia».

Maria Vera Genchi

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