«A tutti coloro che posseggono un escavatore, una pala meccanica, una terna o qualsiasi altro mezzo meccanico atto a scavare, che siano disposti a dare una mano gratuitamente per le ricerche del dottore Giuseppe Liotta, vi prego di contattarmi. In questi giorni tanti hanno mostrato vicinanza e cordoglio per questo bravo medico e per la sua famiglia. Oggi abbiamo l’occasione di dimostrare con i fatti chi sono i corleonesi. Vi prego di condividere questo messaggio e di fare un passaparola tra i vostri conoscenti. Stiamo chiedendo a tutti i cittadini di aiutarci».
L’annuncio corre su Facebook e su WhatsApp. E ha già ricevuto centinaia di condivisioni e di adesioni. A diffonderlo è Lucia Greco, un’abitante di Corleone che si rivolge principalmente ai propri concittadini, sperando che la solidarietà possa superare le difficoltà e il fango che continua a ostacolare le ricerche, nei pressi del torrente Frattina. Sull’affluente del Belice sinistro, che scende e poi cade dalle gole del Drago, si stanno concentrando in questi giorni le ricerche del medico corleonese, scomparso tra le campagne di Ficuzza e Corleone mentre stava cercando di raggiungere l’ospedale dei Bianchi per dare il cambio a una collega. L’uomo resta l’unico disperso del nubifragio che nella serata di sabato ha colpito la Sicilia occidentale.
«Qualcuno si è già messo a disposizione – dice la signora Greco – Ci stiamo rivolgendo indiscriminatamente a tutti. L’iniziativa è arrivata da chi sta effettuando le ricerche, noi del posto l’abbiamo rilanciata. Tutti i contributi sono ben accetti». I giorni passano, infatti, e le speranze di trovare ancora vivo il pediatra si assottigliano. Le ultime sue notizie risalgono alla chiamata effettuata alla moglie intorno alle ore 19,30 di sabato – nel giorno dell’allerta meteo rossa diffusa dalla protezione civile – dove le avrebbe chiesto di attivare il gps per localizzare il cellulare. Da quel momento è calato il silenzio da parte dell’uomo. Mentre in questi quattro giorni sono stati rinvenuti dei suoi effetti personali – prima il giubbotto e un paio di jeans, oggi una scarpa. Tracce che hanno permesso di delimitare la zona di ricerca, ma senza ancora conseguire risultati.
Le ricerche comunque proseguono senza sosta da parte di un’imponente struttura di soccorso: carabinieri, vigili del fuoco, personale del soccorso alpino, della protezione civile e forestale. E ora pure tutti i volontari che si stanno unendo all’appello.
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