È passato quasi un mese dalla notte tra il 25 e il 26 febbraio scorso quando, dopo una forte esplosione, è crollata l’ormai celebre palazzina di tre piani al civico 111 di via Francesco Crispi. Un evento sul quale, nonostante Arturo Russello nel registro degli indagati per i gravissimi reati di disastro e omicidio colposo, sorgono ancora dubbi per quanto riguarda la causa della deflagrazione. Che ha portato alla morte di una donna di 85 anni, e al ferimento di altre persone, tra le quali lo stesso Russello – ora ricoverato all’ospedale Civico di Palermo nel reparto di Chirurgia plastica – e la piccola Malika. La bimba di soli 10 mesi che, in queste ore, è seguita dall’equipe di rianimatori del Garibaldi Nesima guidato da Sergio Pintaudi. «La bimba sta bene, è autonoma e mangia – fanno sapere dal presidio sanitario – Si trova ancora in Rianimazione pediatrica, perché non ha ancora ripreso la piena funzionalità dal punto di vista neurologico. Ma attendiamo i tempi naturali di ripresa».
Per quanto riguarda Russello, invece, a causa delle diverse ustioni riportate sul viso e sulle mani l’uomo, prima di essere trasportato nel capoluogo siciliano, è transitato per qualche ora al pronto soccorso del Vittorio Emanuele dove i sanitari hanno raccontato di averlo medicato qualche minuto dopo il tragico evento. Descrivendolo come un soggetto «molto agitato» che «chiedeva di morire» e il cui alito «faceva un forte odore di alcol». Ma, a prescindere dalle condizioni di salute dei feriti, la situazione in via Crispi non sembra ancora aver intrapreso la strada della normalità. L’intero isolato coinvolto dal cedimento è infatti ancora chiuso al traffico veicolare, provocando disagi per la viabilità – già molto intensa in quel particolare punto della città – e la protesta dei commercianti.
«La chiusura di parte della strada per mettere in sicurezza ciò che è rimasto – denuncia il consigliere comunale Ludovico Balsamo in una nota – e la mancanza di indicazioni che segnalano l’accesso dalle vie limitrofe hanno generato una profonda crisi dei commercianti che lanciano un grido d’allarme». E aggiunge: «In occasione del Consiglio avevo chiesto di prevedere degli sgravi fiscali ma vorrei anche togliere le transenne nel primo tratto interessato, invertire il senso di marcia da viale Libertà a via Crispi». Il presidente della commissione vorrebbe anche: «Posizionare una segnaletica verticale per far capire che la via è raggiungibile e lanciare l’appello che i lavori siano finiti al più presto». Una proposta parzialmente accolta dal comandante dei vigili urbani Pietro Belfiore che venerdì scorso ha partecipato a un sopralluogo insieme all’assessore Saro D’Agata, per parlare con gli esercenti e provare a trovare una soluzione.
«Stiamo cercando di agevolare la viabilità – spiega Belfiore a MeridioNews – e quindi di destinare parte di via D’Amico al ricongiungimento con via Crispi, per non lasciare gli abitanti isolati. Sarebbe una strada in più che da via Archimede porta all’inizio della zona interessata dal crollo». Un modo per accogliere parzialmente le richieste dei commercianti, i quali avrebbero «chiesto l’intera strada, ma questo non è possibile perché sconvolgerebbe tutta la circolazione del quartiere». E conclude: «Siamo disponibili ad ascoltare tutte le lamentele e le preoccupazioni ma stiamo facendo il possibile per provare a risolvere nel minore tempo».
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