La maledizione siciliana colpisce ancora. E allunga le sue ombre su progetti che, di per sé, potrebbero pure essere interessanti, ma che vedono tra i protagonisti personaggi considerati, come dire, un po’ ‘borderline’. E’ il caso ad esempio, del progetto del più grande impianto agro-fotovoltaico su serra d’Italia e, probabilmente d’Europa, che ha già ottenuto il via libera e che vedrà luce tra Gela e Butera, in provincia di Caltanissetta. Un sistema da 80 MW su una superficie di 230 ettari di serre integrato da un impianto di cogenerazione a biomasse. I terreni su cui sorgerà l’impianto sono stati espropriati dal Comune di Gela “per pubblica utilità” con il decreto dirigenziale n1 del primo Ottobre 2012 (che potete leggere qui).
Due i canali di di finanziamento: oltre 200 milioni sono stati investiti in questo progetto da finanziatori internazionali che fanno capo a Radiomarelli, storica azienda oggi con sede a Lugano. Il resto delle risorse necessarie all’investimento (pari a 94,8 milioni) che sarà investito nella parte specificatamente agricola deriva in parte da un finanziamento del Cipe pari al 30% della quota (nell’ambito di un contratto di programma stipulato tra il Ministero alle Attività Produttive e il Consorzio sviluppo delle produzioni agricole siciliane Spas S.c. a r.l.) e il resto dalla cooperativa Agroverde, promotrice dell’iniziativa, che ha messo a disposizione risorse proprie e che ha stipulato un Protocollo d’Intesa con il Comune di Gela a cui andrà una percentuale sugli utili (3%).
Le ricadute occupazioni previste sono importanti: almeno 400 nuovi posti di lavoro. Non è ancora chiaro, invece, l’aspetto legato alla commercializzazione dei prodotti: ci sono già accordi? Con chi? Verso quali mercati si punta? Domande che, probabilmente, troveranno risposta più in là. Mentre sembra certo che a fornire i pannelli non sarà la siciliana 3Sun (nata sempre con soldi del Cipe, nell’Etna Valley), ma una società svizzera, la Pramac Swiss.
Tutto bene allora? Non proprio. Molti personaggi coinvolti sono, infatti, piuttosto chiacchierati. E a Gela e dintorni, ha fatto non poca impressione vedere, il 10 Giugno scorso, per la posa della prima pietra, il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e il senatore Beppe Lumia, noti paladini dell’Antimafia, accanto a loro. C’è da considerare che la Regione siciliana ha fatto la sua parte in questa storia: ha rilasciato il Via (Valutazione di impatto ambientale) e le altre autorizzazioni necessarie, quindi in fondo non è così strana la presenza di Crocetta, che non a caso era accompagnato anche dall’assessore al Territorio, Mariella Lo Bello.
Ma torniamo ai personaggi principali: presidente della Cooperativa Agroverde è Stefano Italiano, un passato da imprenditore anti-racket e oggi, come leggiamo su Quelenergia.it, sotto processo per riciclaggio di capitali mafiosi: inquisito nel 2008, nel 2010 è stato assolto perché il fatto non sussiste; nel 2011, dopo che la Procura Generale ha impugnato la sentenza, il procedimento è stato riaperto. A QualEnergia.it Stefano Italiano ha detto di essereassolutamente tranquillo riguardo all’esito della sentenza. Bene per lui. Ma resta un indagato e per ipotesi di reato alquanto gravi.
L’altro personaggio è Emanuele Mondello, titolare della Mondello spa, società edilizia gelese che eseguirà le opere edili. Spesso finito nel mirino dei magistrati della Dia, che indagavano sui clan Rinzivillo ed Emmauello, attualmente non risulta indagato. Anzi. E’stato sentito dai giudici di Gela per presunte estorsioni subite.
Ma nessuno metterebbe la mano sul fuoco, a quanto pare, sulle sue attività. Si sa, purtroppo a Gela il confine tra legalità e illegalità è molto sottile. Neanche il Senatore Beppe Lumia, che nel 2009 presentò una interrogazione feroce al Senato (di cui potete leggere in calce uno stralcio) in cui chiede conto e ragione del coinvolgimento di una società dei Mondello (la IGC) nella ricostruzione post terremoto a L’Aquila.
Recentemente poi, nel corso di una nuova udienza di uno dei tronconi del processo sorto dalla maxi inchiesta antimafia Tetragona, è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri, che come racconta il quotidianodigela.it ha puntato la sua attenzione anche sul rapporto che si sarebbe intrecciato con alcuni imprenditori locali.
Ricordo molto bene ha spiegato che Emanuele Mondello ci garantiva in continuazione regali economici. Somme che versava con regolarità anche quando non venivano chieste. Una busta con denaro venne consegnata, al momento della sua scarcerazione, a Carmelo Collodoro”.
Ora, nessuno può sostituirsi ai magistrati che avranno modo e tempo di verificare ogni dichiarazione e di giudicare al termine dei processi. Ma, resta sempre in primo piano il principio dell’opportunità e dell’etica. Ricordiamo a questo proposito le parole di Paolo Borsellino: i politici dovrebbero tenersi lontani da fatti che, anche se non costituiscono reato, risultano inquietanti. Insomma, antimafia vera.
Interrogazioni
LUMIA. Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dellinterno.
Premesso che: la priorita` della ricostruzione dellAbruzzo e` un impegno costante
che va perseguito coralmente da parte di tutte le forze politiche e le istituzioni
democratiche; la ricostruzione deve rispondere al criterio guida dello sviluppo e
della legalita`: dello sviluppo in ragione degli interessi del territorio e della
possibilita` di far ritornare le zone colpite ad essere ricche di diritti e opportunita`,
della legalita` per fare in modo che la ricostruzione proceda nel
pieno rispetto delle norme e siano evitate in tutti i modi possibili infiltrazioni
mafiose; gia` da tempo si sono registrate in Abruzzo presenze mafiose per
cui e` necessario non sottovalutare rischi e tentativi da parte della criminalita`
organizzata di inserirsi nel circuito della ricostruzione, soprattutto nel
campo dei subappalti e della filiera del cemento;
Senato della Repubblica 182 XVI LEGISLATURA
246ª Seduta (pomerid.) Assemblea – Allegato B 28 luglio 2009
risulta che unimpresa di Gela, priva dei requisiti antimafia rilasciati
dalla Prefettura di Caltanissetta, stia invece lavorando alacremente
in alcuni subappalti in Abruzzo. Limpresa e` lImpresa generali costruzioni
(IGC), di cui il titolare e` Emanuele Mondello,
si chiede di sapere: se il Governo abbia preso provvedimenti per mettere in piedi un
sistema di controlli in grado di impedire infiltrazioni da parte della criminalita`
organizzata nella ricostruzione post-terremoto in Abruzzo;
se corrisponda al vero che la richiamata societa` IGC si sia aggiudicata
dei subappalti in Abruzzo e per quale ragione cio` non sia stato impedito;
se il Governo intenda adottare provvedimenti per impedire che imprese
sprovviste dei necessari requisiti di legalita` possano insinuarsi nei
lavori di ricostruzione.
Oggi 16 ottobre 2009 ( Case costruite, appalti autorizzati, soldi elargiti. )
Gela, laffaire della grande serra fotovoltaica: la Pramac sospesa dalla Borsa
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