DA UN LATO, LA BUSTA E LA PALLOTTOLA HANNO TRASFORMATO IN ‘SOLIDALI’ TUTTI GLI AVVERSARI. MA IN AULA, SUL VOTO FINALE ALLA LEGGE-PAPOCCHIO, I GIOCHI SONO APERTI. DUE PARLAMENTARI ALFANIANI SI RIBELLANO. E NEL PD NON SONO AFFATTO CONVINTI CHE IL GOVERNATORE MANTERRA’ GLI IMPEGNI SUL RIMPASTO. E ALLORA…
Un effetto politico, la busta con il proiettile recapitata al presidente della Regione, Rosario Crocetta, l’ha sortito: ha allentato la pressione che mezza Sicilia, politica e sociale, ormai esercita sul Governo dell’Isola.
Per un giorno, tutte le categorie sociali penalizzate dalle scelte del Governo (formazione professionale, cultura, tutela dell’ambiente, Ersu, enti regionali, forestali, sanità, eccetera) sono rimaste zitte. Ma, come direbbe Rossella O’Hara, “domani è un altro giorno”. E domani, tanto per gradire, gli infermieri precari di fatto licenziati dal Governo regionale saranno davanti la sede dell’assessorato alla Salute.
Nel mondo politico tutti quelli che hanno qualcosa da dire su Crocetta sono stati ad uno ad uno messi in fila per manifestare “solidarietà” al presidente della Regione, sempre pe rla storia della busta e della pallottola.
Emblematico il caso del PD siciliano, che vorrebbe azzerare l’attuale Giunta regionale (che, in realtà, non sta dando risultati irresistibili: anzi). Richiesta respinta da Crocetta (e soprattutto dai suoi alleati che non hanno alcuna intenzione di perdere le poltrone di Governo che occupano).
Proprio quando stavano per cominciare i ‘giochi di fuoco’ tra Crocetta e il PD, è arrivata la busta con il proiettile. Con i dirigenti del PD che, al posto della richiesta del rimpasto della Giunta, hanno inviato al presidente le lettere di solidarietà.
Bisognerà capire, adesso, quanto durerà il clima ‘idilliaco’ che busta e proiettile hanno creato attorno al Governo regionale.
Intanto, pronto accomodo, due deputati regionali del Nuovo centrodestra democratico, Pietro Alongi e Vincenzo Vinciullo, hanno inviato una lettera al capogruppo di questa forza politica all’Ars, Nino D’Asero, che, sottobanco, da sempre, appoggia il Governo Crocetta (D’Asero è vicinissimo a Pino Firrarello e a Giuseppe Castiglione, suocero e genero che, alle elezioni regionali del 2012, sempre sottobanco, hanno fatto votare Crocetta contro nello Musumeci).
La lettera di Alongi e Vinciullo riguarda il voto finale alla legge-papocchio su Province, città metropolitane e finti Consorzi di Comuni: “Abbiamo chiesto, al presidente Ncd in Assemblea regionale siciliana, Nino D’Asero, una riunione urgente di gruppo da tenere prima del voto definitivo alla legge per la riforma delle Province”.
I due parlamentari chiedono “un tavolo democratico che delinei chiaramente la posizione del Nuovo centro destra, senza indugio alcuno, a partire dalla realtà presente all’Ars”.
Il messaggio è chiaro: Alongi e Vinciullo non prendono ordini da Firrarello e da Castiglione. La chiave di lettura della lettera potrebbe significare che, in queste ore, ci sarebbero state pressioni fortissime sui deputati di Sala d’Ercole affinché votino “sì” al passaggio finale della legge-papocchio. Ma, a quanto si ‘naschia’, Crocetta, Lumia, Firrarello, Castiglione, D’Asero e compagnia bella starebbero incontrando molte difficoltà.
Correttamente, Alongi e Vinciullo hanno fatto capire come la pensano: “Bisogna far chiarezza – concludono nella loro nota – nell’interesse dei siciliani e dello stesso partito, per evitare danni irreparabili”.
Con molta probabilità, la legge-papocchio – peraltro non priva di contraddizioni – continua a suscitare perplessità. Crocetta, rivolgendosi al PD, ha detto che il rimpasto si farà dopo che ‘incasserà’ il “sì” finale alla legge. Ma nel Partito Democratico non mancano certo quelli che si sono convinti – e forse non hanno tutti i torti – che il governatore, abituato a non mantenere gli impegni che assume, un a volta arraffato il “sì” continui a tergiversare sul rimpasto.
In tutto questo c’è anche la questione finanziaria. Crocetta e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, che cambiano programma ogni giorno, hanno fatto sapere che prima delle variazioni di Bilancio vogliono ‘aggranfare’ il mutuo ‘truffaldo’ da un miliardo di euro. Altro argomento che Sala d’Ercole non sembra affatto digerire.
Insomma: in Aula ne dovremmo vedere delle belle…
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