Certo che ci vuole una bella faccia tosta a rinfacciare il mercato delle vacche grasse, alias la presunta compravendita di parlamentari al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e ad alcuni settori del Pd. Nulla contro il simpatico Rino Piscitello, che un fato non esattamente benigno ha catapultato sulla plancia di comando del Partito dei Siciliani Mpa. Giusto che Piscitello, da uomo politico di sinistra (anche se è finito nel Partito di Raffaele Lombardo, Piscitello ha un passato di sinistra), sindigni per i 10, 15, forse 20 parlamentari regionali che sarebbero passati, armi e bagagli, con Crocetta. Paradossale, però, è che a indignarsi per questa manifestazione di trasformismo politico siano gli esponenti del Partito di Lombardo.
Lombardo, infatti, da presidente della Regione, ha fatto le stesse cose che sta facendo Crocetta. E le ha fatte con la copertura politica, se non con lappoggio, del Partito che oggi sta dando la copertura politica e lappoggio ai cambi di casacca dei deputati che passano con il Governo Crocetta: il Pd.
La storia, come ci ricorda Machiavelli, è maestra di vita. E per essere degni allievi di una maestra così importante bisogna avere, in primo luogo, rispetto per la memoria. Dal 2008 al luglio del 2012 – cioè fino allanno scorso – Lombardo non ha fatto altro che sfasciare il sistema dei Partiti politici in Sicilia. Per quattro anni abbiamo assistito a un via vai di parlamentari regionali (e anche nazionali) da uno schieramento allaltro. E tutto questo Lombardo lo ha fatto utilizzando il proprio ruolo di presidente della Regione.
Lombardo, daccordo con Gianfranco Miccichè, ha sfasciato il Pdl siciliano. Ha utilizzato Miccichè per circa due anni e poi lo ha mollato, chiudendo laccordo con il Pd. Poi ha raccattato parlamentari qua e là. Ricordiamo che, appena sei mesi, lex governatore fa sbandierava un ipotetico polo composto dal suo Partito, dal Movimento popolare siciliano di Riccardo Savona, da Futuro e libertà e da altre frattaglie. Onorevole Lombardo: che fine ha fatto ‘sto “Polo”?
Ma Lombardo non si è limitato a scomporre e ricomporre forze politiche, di fatto distruggendole, promettendo posti e potere ai singoli parlamentari. Ha anche utilizzato in modo patologico lo strumento delle nomine di sottogoverno. Tanto che per fermare le nomine del suo Governo, che si susseguivano a ritmo incessante anche dopo le sue dismissioni da presidente della Regione, lArs – caso unico nella storia dellAutonomia siciliana – è stata costretta ad approvare una legge blocca-nomine.
Il problema è che, quando si sfascia il sistema dei Partiti, si sfascia la politica. Lunico Partito politico siciliano che è uscito rafforzato dalla stagione lombardiana è lUdc. Ed è uscito rafforzato solo perché il coordinatore di questo Partito in Sicilia, Giampiero DAlia, non ha mai condiviso i metodi di Lombardo, tantè vero che è stato proprio lui a determinare, nei primi anni del 2000, la fuoriuscita dello stesso Lombardo dallUdc, sbarellandolo dalla segreteria regionale del Partito contro il parere di Totò Cuffaro. Cuffaro, che alla fine è sempre stato più ingenuo di quanto certe cronache lo hanno dipinto, difendeva Lombardo, forse perché non immaginava minimamente che, qualche anno dopo, Lombardo avrebbe fatto un solo boccone di lui.
Ad eccezione dellUdc, tutti i Partiti politici siciliani sono usciti malconci dai quattro anni di gestione del potere lombardiano. Anche il Pd ci ha rimesso in primo luogo la faccia, la credibilità politica e soprattutto il consenso (alle ultime elezioni regionali, come ha notato un esterno ai giochi del Pd siciliano, Matteo Renzi, il Partito democratico, in Sicilia, ha perso circa 200 mila voti).
Questo giornale, qualche giorno dopo il risultato delle elezioni regionali, ha scritto che il Partito dei Siciliani di Lombardo e Grande Sud di Miccichè sarebbero stati svuotati nel giro di pochi mesi. Sei mesi dopo Grande Sud è praticamente scomparso (Miccichè e qualche suo amico torneranno al Parlamento nazionale grazie a Berlusconi, cioè grazie al partito – il Pdl – che ha provato a distruggere ). E sta scomparendo anche il Partito dei Siciliani.
A svuotare questi due Partiti sta pensando Crocetta. Con gli stessi metodi di Lombardo: utilizzando il potere che gli deriva dallessere il presidente della Regione. Promettendo a destra e a manca.
Anche la maggioranza che si sta compattando attorno a Crocetta è fragile. Come quella di Lombardo, è una maggioranza di mercenari. Perché in politica, come nella vita, chi tradisce una volta tradirà per sempre. Ma è assai singolare che a denunciare i cambi di casacca siano gli esponenti di un Partito – il Partito dei Siciliani – che a colpi di cambi di casacca ha governato la Regione per quattro anni.
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