«Non so se 300mila euro basteranno per risolvere le criticità del lago Scanzano ma, in generale, le somme stanziate per il palermitano non mi sembrano sufficienti. E mi sembra che soprattutto Palermo sia stata penalizzata». Non nasconde l’amarezza la presidente di Amap Maria Prestigiacomo commentando la notizia di ieri della pioggia di finanziamenti previsti dal Cipe per nove dighe siciliane. In arrivo quasi 66 milioni di euro, lavori sollecitati recentemente dal nuovo Governo regionale guidato da Nello Musumeci. Per fronteggiare e risolvere l’emergenza idrica che ha tenuto sotto scacco il capoluogo siciliano alle prese con lo spauracchio della turnazione idrica, scongiurata solo oggi dal sindaco Leoluca Orlando.
«Sul palermitano si sta spendendo veramente molto poco – prosegue Prestigiacomo – Sia chiaro: si tratta di finanziamenti riconducibili al governo regionale precedente, il nuovo ne sta prendendo atto. Ma ritengo che ci sia ancora molto da fare. Con queste cifre forse si potrà risolvere forse qualcosa per la diga Garcia, e per gli altri bacini cosa faremo?». Più nel dettaglio, infatti, in provincia di Palermo arriveranno 4 milioni di euro: 700mila euro per Fanaco, (Castronovo di Sicilia), 1 milione per Garcia (Contessa Entellina), 2 milioni per Piano del Leone (Castronovo), e 300mila euro per lo Scanzano (Piana degli Albanesi, provincia di Palermo).
Tra questi, tuttavia, l’unico bacino da cui la città si rifornisce direttamente è proprio quello di Piana degli Albanesi che, tra quelli palermitani, risulta essere il meno fortunato per dotazione: «Lo Scanzano potenzialmente potrebbe incamerare 18 milioni di metri cubi d’acqua – sottolinea Prestigiacomo – ma, già intorno ai 8,5 milioni, si rende necessario scaricare le riserve d’acqua perché dopo i 9 milioni la situazione diventa critica. E non credo che con appena 300 mila euro si risolva il problema». Senza tralasciare che altri invasi necessiterebbero di profondi lavori di manutenzione, e invece sono rimasti esclusi dai finanziamenti.
Come la diga Rosamarina di Caccamo al centro, in questi giorni, di roventi polemiche per la decisione della Regione di svuotarne una parte per consentire alcuni lavori di manutenzione. «Inviterei la Regione Siciliana a comportamenti responsabili nell’uso dei bacini di sua competenza» ha ribadito oggi Orlando annunciando come «certamente scongiurata la turnazione idrica in città», e ricordando che con la nomina e l’insediamento del commissario si potranno realizzare quelle opere che renderanno stabile e strutturale la soluzione del problema dell’approvvigionamento idrico a Palermo e nell’area metropolitana.
Un tasto dolente, quello dello svuotamento parziale dell’invaso di Rosamarina, anche per il numero uno della società di via Volturno: «Su questo punto credo che Orlando abbia ragione» ha ammesso e poi ha sottolineato ancora una volta la mancanza di fondi per potenziare l’impianto di Caccamo: «Tra le somme stanziate dal Cipe non vedo nulla per la diga Rosamarina. Ad ogni modo, i tecnici della Regione stanno lavorando con il governo nazionale per trovare al più presto soluzioni. Di certo, però, c’è il fatto che ancora non possiamo sapere se nel decreto dello stato di emergenza sono stati previsti interventi o finanziamenti per quest’ultima».
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