Soci Amt a loro insaputa. Sembra essere questa la soluzione prospettata dal sindaco etneo Enzo Bianco per risolvere la crisi del trasporto pubblico a Catania. Coinvolgendo alcuni primi cittadini dell’hinterland: una cosa data quasi per fatta da Bianco, ma che coglie impreparati i suoi colleghi. «Con la Città metropolitana si devono coinvolgere i 25 Comuni attorno a Catania con i quali ho già discusso il loro ingresso nel capitale azionario», spiega il primo cittadino etneo durante un tavolo tecnico con i sindacati. L’idea è quella di trasformare l’Amt in una una mega partecipata con tanti azionisti, così da non lasciare la città dell’elefante «da sola» a fare i conti con lo spettro del fallimento della società oggi sommersa dai debiti. «Senza garanzie sui 30 milioni di euro che Bianco ci deve proclameremo 24 ore di sciopero», minaccia Giovanni Lo Schiavo, sindacalista Fast-Confsat. «Ma l’idea dei soci mi pare l’unica nota positiva del tavolo tecnico», ribatte il collega Faisa-Cisal Romualdo Moschella.
E sul coinvolgimento dei Comuni vicini parla anche il presidente Amt Carlo Lungaro: «Mi sembra un’idea estremamente valida, sarebbe bello averli come azionisti. In realtà in Lombardia esistono già queste realtà in cui i Comuni partecipano nei servizi di mobilità». Eppure la strada della partecipata allargata potrebbe avere tempi burocratici lunghi. Alla Città metropolitana – nata per sostituire le destituita provincia e presieduta proprio da Bianco – manca infatti il Consiglio, sulla carta composto da 58 Comuni ma non ancora eletto. E, in ogni caso, ci sarebbe da avvertire almeno i sindaci dei Comuni più vicini a Catania che, interrogati da MeridioNews, hanno così risposto alla soluzione prospettata da Bianco nel comunicato stampa successivo al tavolo tecnico.
Domenico Rapisarda, sindaco di Gravina di Catania: «Non vorrei contraddire Bianco, ma di questa compartecipazione io non ho mai parlato. Lo apprendo adesso da lei, personalmente non sono stato convocato. Amt arrivava a Gravina fino a due anni fa, con una sola linea che faceva circa dieci corse giornaliere. Poi, per problemi inerenti alla crisi societaria, abbiamo interrotto il rapporto. Adesso abbiamo presentato un bando autonomo per l’effettuazione del collegamento interno che ha come capolinea il Brt. Si tratta di un altro livello di discussione e, quando saremo convocati, ne parleremo».
Carmelo Galati, sindaco di Sant’Agata li Battiati: «Io non ho discusso di niente, non so nemmeno se è una cosa applicabile in virtù della complessità della disciplina».
Carmelo Corsaro, sindaco di San Gregorio di Catania: «Questa storia mi risulta nuova. Forse in ottica futura potrebbe essere utile, ma non ne abbiamo mai parlato».
Nino Di Guardo, sindaco di Misterbianco: «Non ho chiara questa cosa di cui lei mi parla. Forse Bianco ha fatto un cenno, ma non saprei dire. Al momento qui abbiamo un servizio interno di trasporto pubblico con tre vetture che si occupano della mobilità tra le frazioni e il centro, ma sono comunque disponibile a parlarne».
Rosario D’Agata, sindaco di Valverde: «Ho letto qualcosa sui giornali, ma non c’è stato nulla con Bianco. La situazione dei Comuni è complessa e non saprei in che misura sia possibile un coinvolgimento di questo tipo. Non c’è nulla di ufficiale».
Carlo Caputo sindaco di Belpasso: «Forse ha accennato una volta a una cosa del genere, ne abbiamo parlato per qualche istante nel corridoio. Se il servizio arrivasse anche nel mio Comune, potrebbe essere utile».
Vincenzo Caragliano, sindaco di Riposto: «È una grande bugia. Con me non ha mai parlato, lo dico onestamente».
Luigi Messina, sindaco di Mascali: «Con me non ha parlato e da parte nostra si può sognare una cosa del genere. Con tutto il rispetto per i lavoratori Amt, il mio Comune si trova lontano da Catania».
Abbiamo provato a contattare, ma senza successo, anche i primi cittadini di Giarre, Acireale, Paternò e Motta Sant’Anastasia.
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