Oltre a un sostegno per sollecitare gli interventi strutturali che il settore necessita, SLC-CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL e UGL Telecomunicazioni chiedono un incontro urgente con il Comune e la Regione, con il coinvolgimento del committente WindTre, per fronteggiare l’ennesimo dramma occupazionale che sta investendo i lavoratori di Almaviva Palermo. Il 13 marzo le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl, con enorme sacrificio economico per i lavoratori di Almaviva Palermo, prendendo atto del silenzio ai reiterati appelli d’intervento istituzionali che sono rimasti inascoltati, hanno sottoscritto un accordo con Almaviva con percentuali molto significative di ammortizzatore sociale.
«La necessità di prolungare la durata dell’ammortizzatore è stata indispensabile per fare fronte alle criticità che hanno investito e continuano ad investire tutto il settore delle Telecomunicazioni a partire dai committenti per giungere agli outsourcers- scrivono nella richiesta d’incontro inoltrata al sindaco Orlando e al presidente Musimeci – Gli effetti della delocalizzazione incontrollata spesso voluta dai committenti, le gare al massimo ribasso, il dumping salariale territoriale ed aziendale ed il mancato adeguamento delle tariffe dei contratti di appalto, vanno a gravare su un settore dove ultimamente si registra anche una fisiologica perdita di “volumi di lavoro” determinata dal naturale progresso tecnologico e da politiche di riduzione dei costi dei committenti che si ripercuotono sui lavoratori in outsourcing e sui consumatori».
A poche settimane dalla firma, l’accordo, in sostanza, dicono le sigle sindacali, potrebbe diventare assolutamente inefficace per gli oltre 3 mila lavoratori di Almaviva a Palermo a causa delle determinazioni di WindTre, il più grosso committente dell’azienda, dove sono impiegate circa mille risorse. I volumi di lavoro che WindTre sta prospettando sul sito di Palermo subiscono già da mesi una forte contrazione che si annuncia essere ancor più drastica nei mesi a venire (oltre il 65 per cento di riduzione) e per di più con tariffe applicate molto distanti da quelle stabilite dal Decreto Ministeriale n.123/2017 nonché dal recente accordo fra Asstel e Organizzazioni Sindacali.
«Appare evidente – aggiungono i sindacati – che gli effetti di queste determinazioni mettono a rischio la tenuta occupazionale del sito di Palermo, vanificando del tutto le misure difensive intraprese appena due settimane fa e che vedono una percentuale di ammortizzatore sociale già oltre il 35 per cento. Drammatica ed inquietante – proseguono – è la totale assenza di informazioni e di monitoraggio riguardo i volumi di lavoro transitati in territori esteri nonché l’assegnazione delle attività in base ai contratti siglati con gli Outsourcer che non hanno alcuna garanzia di volumi minimi».
In questo modo, le organizzazioni sindacali si trovano a dover fronteggiare le continue emergenze legate al mancato rientro dei volumi di traffico che continuano ad essere gestiti all’estero ed anche alla circostanza che i committenti possano in qualunque momento chiudere o dirottare le attività destinate ai loro fornitori con conseguenze spesso drammatiche per i lavoratori in outsourcing del nostro territorio, che negli ultimi 10 anni ha visto un sensibile incremento di lavoratori impiegati nel comparto e la presenza dei più grandi players del settore.
A questo, si aggiunge l’assenza di un progetto industriale del comparto (di fronte ad una crisi senza precedenti) che si ponga come obiettivo il progressivo rilancio del settore dei servizi che garantirebbe continuità occupazionale ai circa 20 mila addetti del settore solo in Sicilia. «Rileviamo – conclude la nota – anche l’assenza di un supporto istituzionale su uno dei punti virtuosi del recente accordo, ovvero il percorso di formazione e riconversione che la stessa Almaviva ha cominciato con un progetto pilota verso il mondo IT e che anche alla luce degli impegni presi al Tavolo Regionale, potrebbe avere una prosecuzione con progetti più strutturati a sostegno dell’occupazione».
(Fonte: comunicato SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL UGL TLC)
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