Crack a Ballarò, le associazioni lanciano l’allarme «Studenti di mattina e consumatori nel pomeriggio»

«Tutto parte dall’osservazione del territorio: abbiamo visto che negli ultimi tempi a Ballarò gira molta droga tra gli adolescenti, soprattutto crack. Si tratta di ragazzi dai 13 ai 18 anni, che qui vengono a studiare di mattina e che di pomeriggio si trasformano in consumatori di sostanze stupefacenti. Ci sono stati diversi episodi, molti riguardano gli stessi giovani che poi magari frequentano le associazioni che hanno lanciato l’allarme». La psicologa Selene Finardi presenta con queste motivazioni il convegno In sostanza…inFormazione, nuovi consumi in vecchi mercati, che si terrà lunedì 16 ottobre all’aula magna del liceo Benedetto Croce, proprio nel cuore di Ballarò e a due passi da piazza Mediterraneo. «Bisogna creare moltiplicatori di salute nel quartiere – dice ancora Finardi – per questo abbiamo pensato di coinvolgere tutti: le istituzioni, gli esperti, chi il territorio lo vive».

Negli scorsi giorni l’allarme crack era stato lanciato da don Enzo Volpe, parroco dell’Albergheria e dell’oratorio Santa Chiara. «È chiaro che non ci sono dati scientifici al momento – dice a Meridionews – ma l‘ambiente è questo. Anche le istituzioni e le forze dell’ordine conoscono i movimenti. Io tra l’altro non faccio il poliziotto, mi limito a segnalare quello che viviamo ogni giorno». Ed è una sensazione diffusa e percepita nel quartiere, tanto che l’assemblea pubblica SOS Ballarò – di concerto con l’Assessorato alla Cittadinanza Solidale, l’ASP, l’USR, l’Opera Don Calabria, l’Assessorato alla Scuola, alle Politiche Giovanili e al Lavoro e diverse associazioni del territorio – ha ritenuto necessario un momento di riflessione sul tema delle tossicodipendenze e delle condizioni socio economiche alle quali esse risultano correlate. 

Un legame, quello tra malattia e contesto, che verrà analizzato in giornata dal medico e chirurgo Marco Tutone. «Mi sono laureato proprio con una tesi sul tema – afferma -. A livello internazionale ci sono già numerosi studi a riguardo, penso ad esempio a quello inglese che ha dimostrato come creare un parco in un quartiere prevenga gli infarti. E a Ballarò ci sarebbe proprio bisogno di spazi verdi. È chiaro che la precarietà, l’assenza di prospettiva, l’isolamento relazionale sono tutti sintomi di rischio fortissimi nel quartiere per l’insorgere di dipendenze».

All’evento di lunedì sono state invitate le realtà associative del territorio, le forze dell’ordine, le autorità ecclesiastiche, le scuole medie superiori, l’Università, il carcere minorile Malaspina, e la popolazione tutta di Ballarò. Durante il convegno si raccoglieranno poi le adesioni per il futuro progetto di formazione sulla prevenzione dei comportamenti a rischio. Dopo la prima parte seminariale, in cui verranno presentate le relazioni sul tema da parte degli esperti del settore, seguirà poi una tavola rotonda per coinvolgere tutti gli attori del territorio e delineare tutti insieme azioni programmatiche condivise da intraprendere in maniera coordinata. Per maggiori informazioni si può seguire l’apposita pagina facebook

Andrea Turco

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