A palazzo di giustizia il clima non è sereno e molti avvocati hanno deciso di disertare le udienze. Complice la cattiva gestione della pandemia «la situazione è davvero diventata impossibile», spiega a MeridioNews l’avvocato Goffredo D’Antona. Le aule troppo strette costringono i legali ad attendere il proprio turno stipati in stanze e corridoi. Gli assembramenti, almeno nella sede dell’ex pretura di via Crispi, sono praticamente all’ordine del giorno. A incrementare le preoccupazioni c’è però il numero di avvocati contagiati o costretti alla quarantena. «Non sappiamo con esattezza quanti siano – afferma D’Antona -, ma sappiamo che sono in tanti e in molti ritengono ci sia stato un focolaio in tribunale».
«Registriamo almeno venti casi e la maggior parte di questi riguarda gli avvocati penalisti», dichiara a MeridioNews il presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati Rosario Pizzino. In una situazione di estrema incertezza il Covid-19 ha però fatto la prima vittima. Si tratta dell’avvocato Fabio Ferlito, morto a 55 anni dopo essere stato ricoverato all’ospedale Garibaldi. Inutile la mobilitazione generale per reperire il plasma iperimmune per provare a curarlo. Ieri pomeriggio è stato celebrato il funerale all’interno della cattedrale di piazza Duomo.
«C’è stato il lutto dell’avvocato Ferlito – commenta Pizzino -, e abbiamo un altro avvocato in rianimazione e un consigliere dell’Ordine in ospedale ma, fortunatamente, non sembra essere in gravi condizioni». Nel frattempo molti legali stanno cominciando a sposare quella che sembra stia diventando la linea comune: disertare le udienze. «Io non vado più – afferma D’Antona – mi sto premurando di richiedere il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento, ma in tanti non la presentano e non si recano neanche più in tribunale». «Non mi reco in tribunale da venerdì, quando sono risultato positivo al tampone – dichiara a MeridioNews un avvocato risultato positivo – ma è chiaro a tutti che l’emergenza non è più fronteggiabile». Fortunatamente, prosegue il legale, «il virus mi ha infettato con sintomi lievi, ma non tutti reagiscono allo stesso modo. Va chiuso tutto e subito – conclude – anche il presidente del tribunale potrebbe prendere provvedimenti in merito».
Ma la pandemia non sarebbe la sola causa di tutti i mali. Perché le condizioni delle aule giudiziarie sono precarie da molti anni prima dell’insorgere del Covid-19. A testimoniarlo ci sono tanti episodi. Non ultimo l’assembramento catturato in una foto che ritrae una massa di persone in attesa nel corridoio davanti l’ingresso della prima sezione civile e che nelle scorse settimane ha fatto il giro del web. Discorso diverso invece per gli uffici giudiziari di via Crispi. «Qui non puliscono proprio – incalza D’Antona -, i locali dovrebbero essere bonificati, non sanificati». I social sono pieni di foto che ritraggono la polvere accumulata sotto le sedie dedicate al pubblico, di cui una completamente fradicia a seguito delle numerose infiltrazioni d’acqua. «Siamo assolutamente consapevoli delle scarse condizioni igieniche del plesso – ammette Pizzino -, gli stessi servizi igienici sono ridotti all’osso». Anche per questo «ci assumiamo la responsabilità di non andare in udienza», prosegue D’Antona, «abbiamo detto più volte all’Ordine di intervenire, ma sul piano della comunicazione sembra assente».
«Sicuramente – replica il presidente del Coa Pizzino – il nostro compito è quello di raccogliere le istanze degli avvocati, ma dobbiamo trovare delle soluzioni». Domani intanto è prevista una seduta del Consiglio in cui si discuterà di come e se proseguire con lo svolgimento delle udienze e, se è il caso, provvedere a fare pressione su chi di dovere. «Una cosa è certa -, chiude D’Antona – in via Crispi c’è un afflusso anomalo e la quasi totalità dei penalisti vuole chiudere tutto». Abbiamo provato, senza successo, a contattare il commissario all’emergenza Covid all’Asp Pino Liberti per verificare il numero di contagi all’interno del tribunale. Intanto da sei giorni il presidente del tribunale Francesco Mannino ha sospeso la celebrazione delle udienze davanti il giudice di Pace di Catania.
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