Covid, Regione invia commissione d’inchiesta a Enna Il direttore si dimette, ma Razza lo invita a ripensarci

I contagi da Covid-19 in provincia di Enna finiscono al centro delle polemiche. L’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza oggi ha comunicato la nomina di un gruppo di lavoro e di una commissione d’inchiesta per verificare «i fatti sin qui verificatisi» e «prospettare alla governance dell’Azienda sanitaria provinciale adeguate soluzioni (cliniche, gestionali e organizzative) di supporto e di affiancamento». In particolare l’attenzione ricadrebbe sulla gestione interna all’ospedale Umberto I, dove l’ultimo piano è stato interamente dedicato ai pazienti positivi e interi reparti sono stati trasferiti a Piazza Armerina. Anche al pronto soccorso è stato creato un doppio ingresso. Provvedimenti che, però, non sono riusciti a rendere immune il personale sanitario dal contagio: quattro medici e cinque infermieri sono stati infettati.

La decisione del governo regionale ha portato immediatamente il direttore generale dell’Asp, Francesco Iudica, ad annunciare le sue dimissioni. Ma appena qualche ora dopo è lo stesso Razza a intervenire per invitare Iudica a ritirarle. «Apprezzo molto il gesto di grande signorilità del direttore. Tuttavia, non ritengo sussistano le ragioni per le sue dimissioni», afferma l’assessore. 

Durante l’emergenza la provincia di Enna è stata una di quelle più colpite dal virus. Con i suoi 293 positivi è la quarta in Sicilia per numero totale di contagi, la prima in rapporto al numero di residenti. Colpa, in particolare, di due focolai: quello di Troina (su cui, dopo il commissariamento dell’Oasi da parte della Regione, proprio ieri la Procura ha aperto un’inchiesta) e quello del triangolo Leonforte-Assoro-Agira. Ed è anche la provincia dove si concentrano due dei quattro Comuni dichiarati dal presidente Nello Musumeci zona rossa: Agira e Troina. Ventuno, in totale, il numero di morti con Covid-19 accertati. 

Oggi, quindi, la decisione di Razza di nominare una commissione d’inchiesta – costituita da Maria Grazia Furnari, Giuseppe Liberti e Vincenzo Parrinello – e un gruppo di lavoro formato da Sebastiano De Maria e Anna Maria Longhitano. La stessa cosa era stata decisa dalla Regione a Siracusa, in quel caso per approfondire il decesso del direttore del parco archeologico Calogero Rizzuto (su cui è aperta anche un’indagine della Procura), a cui è seguita anche la morte della sua collaboratrice Silvana Ruggeri. Non solo: a Siracusa, ancora prima, la Regione aveva inviato un gruppo di lavoro per affiancare l’Asp nella gestione dell’emergenza. 

Ma se nel capoluogo aretuseo i vertici dell’azienda sanitaria sono rimasti al loro posto, a Enna la reazione di Iudica è stata immediata. «Doveroso», secondo quanto scrive il direttore generale in una lettera, il passo indietro per «garantire che le attività delle dette commissioni possano svolgersi con piena libertà di azione» e per assumere, «ove ve ne fossero, tutte le responsabilità in capo a me, non avendo nulla da rimproverare alle persone che con generosità, competenza, dedizione hanno consentito che la Provincia di Enna potesse mettere a disposizione della popolazione il più alto numero di posti letto Covid in Sicilia». Iudica nella nota difende il personale che «ha affrontato in modo magistrale, e di questo sono loro infinitamente grato, le difficoltà di un impatto in nessuna altra provincia così massivo». «Bisognerebbe fare un monumento alle persone che lavorano nell’ospedale – aggiunge, sentito da MeridioNews – abbiamo raddoppiato i posti di rianimazione, in totale sono 170 i posti letto dedicati a pazienti Covid, uno ogni 965 abitanti, pensare che a Palermo ne ha uno ogni duemila abitanti…».

Ma l’assessore Razza invita a ripensarci. «Di questi tempi – scrive l’esponente della giunta regionale – accertare se nella manifestazione di cluster nosocomiali o nella separazione delle aree destinate a pazienti Covid vi sia stato qualche errore o meno assume particolare rilievo: consente, infatti, all’opinione pubblica di sentirsi adeguatamente assistita. Nessuno ha mai dovuto fare i conti con una pandemia e, oggi, la Sicilia sta mostrando di aver fatto scelte giuste, che hanno prodotto effetti positivi. C’è ancora molto da fare e abbiamo assoluto bisogno del lavoro di tutti». Il direttore Iudica si sarebbe preso qualche ora di tempo per decidere se andare fino in fondo o rimanere al suo posto. 

Salvo Catalano

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