Com’era stato per l’Rsa di Villafrati, adesso anche per la clinica Villa Maria Eleonora Hospital di Palermo il numero dei positivi piano piano cresce. E sale a 22 casi positivi al Covid accertati. Questo l’ultimo dato. Dagli iniziali sei casi, la situazione in appena due giorni è precipitata. Sono stati eseguiti oltre 200 tamponi tra pazienti, personale sanitario e fornitori della struttura, che è stata messa in quarantena. «Le disposizioni dell’Asp vanno subito eseguite, trasferendo i pazienti positivi al Covid 19 in altre strutture idonee. E quelli non Covid vanno trasferiti entro 24 ore in altre strutture sanitarie», è l’appello lanciato dal coordinatore provinciale della Sanità privata della Cisl Fp Palermo Trapani, Rosario Lo Piccolo, scritto in un documento inviato ai vertici della clinica di viale Regione Siciliana.
«Dare subito seguito a queste disposizioni – aggiunge Lo Piccolo – permetterà di sanificare immediatamente tutti i locali e di abbassare il carico di lavoro e la tensione dei lavoratori che da molte ore si trovano dentro la struttura e per i quali. Vi chiediamo di provvedere a turni di riposo tra di essi, in attesa dei risultati dei tamponi per i quali abbiamo ricevuto rassicurazioni dall’Asp che a brevissimo sarebbero stati resi noti. Resta inteso – conclude – che alla fine di questo momento così drammatico ognuno assumerà le proprie responsabilità sulla gestione». Un appello a cui si è aggiunto anche quello della Fp Cgil Palermo, che chiede alla direzione della casa di cura di conoscere le misure adottate per fermare il contagio e di valutare al più presto se non sia opportuno chiudere la struttura.
«Chiediamo se all’interno, considerato che è stato già sostituito il personale e sono stati trasferiti i pazienti risultati positivi al tampone, siano state effettuate le dovute procedure e adottate le giuste precauzioni onde prevenire il propagare del contagio», scrive infatti in una lettera inviata alla direzione di Villa Maria Eleonora Rita Barranco, segretario Fp Cgil Palermo. La Funzione pubblica della Cgil, in particolar modo, chiede di sapere se sia stata fatta la sanificazione degli ambienti di tutta la struttura e di conoscere il risultato dei tamponi eseguiti su tutto il personale e sui pazienti attualmente ancora ricoverati. «Inoltre – aggiunge Rita Barranco – vorremmo sapere se a tutto il personale siano stati forniti di dispositivi di protezione individuali e le mascherine FFP3, secondo le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, e se all’interno della struttura risultano ancora dei pazienti risultati positivi e se sono stati allocati in stanze singole».
Tutte risposte alle quali la Fp Cgil chiede un immediato riscontro perché decisive per decidere se la struttura possa continuare a stare aperta mantenendo ricoveri e attività chirurgica. «Ove non fossero state seguite le linee guida impartite dal ministero della Salute, riteniamo possa essere lesivo alla salute dei lavoratori continuare a svolgere il proprio lavoro all’interno della clinica – prosegue il segretario Fp Cgil Palermo – Vista l’importanza dell’argomento trattato, si chiede una pronta risposta. Il protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid 19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 14 marzo dal presidente dal Consiglio dei Ministri, dal ministro dell’Economia, del Lavoro e delle Politiche sociali, dello Sviluppo economico e della Salute e dalle parti sociali, prevede che la prosecuzione delle attività possa avvenire solo a condizione che siano assicurati ai lavoratori adeguati livelli di protezione. E per favorire il contenimento del virus è possibile prevedere la sospensione delle attività».
Mentre i deputati del M5s all’Ars Roberta Schillaci e Giorgio Pasqua chiedono che si attivi addirittura una «task force per le numerose case di cura e le residenze per anziani, per prevenire ed evitare altri casi come quello della clinica di viale Regione. «Servono a poco – dicono i deputati – gli sforzi e i sacrifici per il distanziamento sociale se poi scoppiano focolai che possono diventare importanti e pericolosi nelle case di cura e di riposo, rischiando di fare impennare i casi di malattia e spostando nel tempo il ritorno alla normalità. Villa Maria Eleonora sia messa al più presto in sicurezza per restituire un minimo di serenità ai dipendenti e ai loro familiari, cui ovviamente esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza».
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