«Faremo una nuova riunione oggi pomeriggio in videoconferenza con gli altri sindaci del distretto sanitario – anticipa a MeridioNews il primo cittadino di Giarre Angelo D’Anna – per ragionare su come è possibile rilanciare la disponibilità che abbiamo già manifestato». È passata circa una settimana da quando il comitato dei sindaci del distretto sanitario di Giarre ha inviato una nota al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’assessore alla Salute Ruggero Razza e al direttore generale dell’Asp Maurizio Lanza. La disponibilità che ora i primi cittadini vogliono rinforzare è quella di tenere in considerazione la possibilità di utilizzare i locali della struttura sanitaria di Giarre per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19.
«L’obiettivo di riaprire il pronto soccorso giarrese e di attivare un ospedale di base per cui si stava già investendo e lavorando – dice D’Anna – potrebbe essere accelerato per fare fronte alla attuale situazione sanitaria emergenziale». La struttura ospedaliera chiusa dalla fine di aprile del 2015, al momento, in parte è attiva. «Al momento, due reparti sono già pienamente funzionanti (Medicina e geriatria, Psichiatria), diversi ambulatori di varia natura e vengono fatti anche interventi in day hospital nelle sale operatorie. Nell’immediato – aggiunge il sindaco – potrebbero già essere allestiti sei posti di Rianimazione».
Quella di Giarre è una struttura molto ampia sulla quale, però, anche di recente sono stati sollevati dei problemi di natura strutturale. «È vero – ammette il primo cittadino – Quando l’Asp ha fatto la ricognizione sull’immobile è emerso che circa un terzo avrebbe necessità di interventi di manutenzione straordinaria molto costosi, un’altra parte richiede interventi meno onerosi di ristrutturazione, mentre la restante area è funzionale e disponibile». L’idea del comitato dei sindaci (composto dai primi cittadini di Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Sant’Alfio e Milo) è quella di «recuperare alcuni spazi da destinare ai malati di coronavirus che sono nella fase in cui devono solo essere tenuti in osservazione».
«Finora, l’unico contatto che ho avuto dopo la nostra lettera – ricostruisce D’Anna – è stato con il direttore dell’Asp che ci ringraziava per la disponibilità». Nelle ultime ore, la questione è tornata sul tavolo per «la promiscuità nel ricovero di pazienti nell’ospedale di Acireale» che è stata denunciata dal Comitato Rivogliamo l’ospedale. Lo stesso gruppo di cittadini che da anni con proteste, cortei, esposti, denunce e ricorsi al Tar si è battuto per la riapertura della struttura sanitaria e che della nota dei primi cittadini ha parlato come di un «risveglio da un letargo, uno stato di torpore» dopo cinque anni.
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