E’ già toccato a Imu, Tarsu, Tosap, addizionale Irpef. E fra pochi giorni il Comune di Catania potrebbe aumentare del 2,5 per cento gli oneri di urbanizzazione per i nuovi edifici, e della stessa percentuale anche i costi di costruzione, che si applicano anche a ristrutturazioni e adeguamenti sismici. Un innalzamento delle tariffe «non strettamente previsto dal piano di rientro approvato dalla Corte dei Conti. Ma l’ultimo intervento risale al 1993, e la modifica è una logica conseguenza, avendo già aumentato le altre tasse comunali», spiega Salvo Di Salvo, assessore all’Urbanistica della giunta di Enzo Bianco. La proposta arriverà a breve al voto del consiglio comunale, forse già il 24 ottobre, ed è stata «redatta dalla precedente amministrazione». «E’ una delibera che ho firmato con grande imbarazzo, ma in questo momento storico si deve portare avanti», precisa Di Salvo. Nella proposta di delibera ha inserito un «aumento su tre scaglioni di interventi, che porterà i costi dal 5 per cento attuale al 7,5 per cento, ai quali si aggiungono gli adeguamenti Istat annuali. Siamo ben sotto la media nelle grandi città, che è il 10 per cento», afferma l’assessore.
Il Consiglio comunale, che sta valutando la proposta in questi giorni in commissione Urbanistica, sembra di parere diverso rispetto all’amministrazione. Tanto che è già arrivata una prima proposta di modifica. «Abbiamo presentato un emendamento nel quale chiediamo che siano esentati dall’aumento dei costi di costruzione gli interventi di ristrutturazione volti ad adeguare gli immobili alla normativa antisismica vigente, quelli per migliorare l’efficienza energetica e la qualità architettonica degli immobili, nonchè gli interventi di ristrutturazione della prima casa», spiega Agatino Lanzafame, del gruppo Con Bianco per Catania, primo firmatario. Gli altri firmatari sono Giuseppe Musumeci, di Articolo 4, Rosario Gelsomino del Megafono e Giovanni D’Avola del Partito Democratico: tutti e quattro i partiti di maggioranza. Ma Lanzafame esclude che ci siano frizioni con la giunta. «Tutto è fatto con spirito costruttivo, per migliorare la proposta dell’amministrazione», afferma Lanzafame. Che aggiunge: «Crediamo che questa delibera possa essere un’occasione attraverso cui la maggioranza può dire a chiare lettere che la priorità è riqualificare quello che già esiste», conclude il giovane consigliere.
«Non vogliamo metterci nelle condizioni di tassare i cittadini. La decisione spetta ora al consiglio, ma una revisione deve essere fatta», ribatte a riguardo Di Salvo. Che, sullo stato degli uffici dell’Urbanistica a Catania, porta ad esempio quello sui condoni. «Mi sono insediato con oltre 23 mila pratiche di richieste di condono inevase, che hanno un valore per l’amministrazione di 20 milioni di euro – spiega l’assessore Di Salvo – Ho aumentato l’organico dell’ufficio di cinque unità, adesso sono in dieci. Dobbiamo mettere nelle condizioni questi cittadini di avere una risposta, anche negativa, perché in alcuni casi sono vent’anni che aspettano», conclude Di Salvo.
A dare manforte alla proposta dei consiglieri è l’Associazione dei costruttori edili. «Non siamo contenti di quanto proposto dall’amministrazione, soprattutto per i costi di costruzione, che si pagano anche per gli interventi di adeguamento energetico e antisismico», afferma il presidente di Ance Catania Nicola Colombrita, ospite nei giorni scorsi della commissione urbanistica, insieme ai rappresentanti degli ordini professionali e delle altre associazioni di categoria. «Siamo in un periodo di crisi, e siamo tutti convinti che il futuro dell’edilizia è nel recupero, non nelle nuove costruzioni, sulle quali si può prevedere fin dall’inizio una tassazione più elevata», afferma il presidente Ance. Che si chiede come mai «questi interventi sono favoriti a livello nazionale, e poi svantaggiati a livello locale. Lo Stato concede una premialità fino al 65 per cento per adeguamento energetico e sismico, che viene così in parte vanificata», conclude Colombrita.
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