Così Palermo perde ogni giorno 700 litri di acqua di Scillato

LA STORIA VA AVANTI DA CINQUE ANNI. “BASTEREBBE RIPARARE LA CONDOTTA – DICE IL CONSIGLIERE COMUNALE DEL PD, SANDRO LEONARDI – INVECE ABBIAMO PERSO 15 MILIONI DI EURO IN CINQUE ANNI”

“A causa di una frana avvenuta cinque anni fa, ogni giorno a Scillato buttiamo a mare 700 litri di acqua ‘minerale’ al secondo, spendendo invece milioni di euro per far arrivare a Palermo l’acqua dalla diga Rosamarina”.

A dichiararlo è Sandro Leonardi, consigliere comunale del PD a Sala delle Lapidi, che chiede un intervento immediato per riparare la conduttura idrica rotta nel 2009.

“In cinque anni – spiega Leonardi – nessuno è stato capace di rimediare al guasto investendo cinque milioni di euro, che si sarebbero ripagati nel giro di due o tre anni. Abbiamo calcolato che non riparare il guasto, e utilizzare la diga Rosamarina per far arrivare l’acqua a Palermo, è costato sino a oggi ai palermitani qualcosa come 15 milioni di euro, di cui gran parte per l’energia elettrica. E stiamo parlando di un’acqua dalle qualità eccellenti, che non andrebbe nemmeno trattata. Per questo chiedo all’Amministrazione comunale di attivarsi immediatamente con tutti i soggetti istituzionali e privati interessati”.

“L’investimento – continua Leonardi – si ripagherebbe in due o tre anni e basterebbe la sola qualità dell’acqua a giustificare l’impegno economico. Se poi sommiamo i risparmi che si otterrebbero, è scandaloso non intervenire. Chiunque sottoscriverebbe a rischio zero un investimento del 30 % annuo, e invece dal 2009 sono stati spesi circa 15 milioni di euro, anche per l’energia elettrica, e sono stati scaricati in mare circa 100 milioni di metri cubi di acqua “minerale”.

“Una situazione paradossale, dovuta anche al reticolo di competenze che ci sta stritolando, suddivise fra vari enti e aziende – precisa il consigliere comunale del PD -. Sono tutti competenti e tutti responsabili, ma il Comune di Palermo dovrebbe avere maggiormente a cuore l’intervento per gli effetti positivi sulla cittadinanza e sul bilancio”.

“E’ possibile risparmiare e offrire acqua di eccellente qualità, anziché aumentare tasse e tariffe – conclude Leonardi -. L’Amap è una buona azienda e merita questi investimenti che le assicurerebbero, più della trasformazione in azienda speciale, un futuro sereno e a noi cittadini un servizio e un prodotto migliori”.

Redazione

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