Confermati i licenziamenti per i dipendenti Rap che hanno rubato. La Corte di Appello di Palermo ha riformato la sentenza del Tribunale dello scorso 25 febbraio 2015, rigettando l’impugnazione proposta da un lavoratore dell’azienda di igiene ambientale contro il licenziamento. La rescissione del contratto era avvenuta dopo il furto, in concorso con altri dipendenti, di carburante aziendale. La Corte ha stabilito la condotta di «colui che, avendone il dovere per la posizione/qualifica rivestita nel dinamismo causale dei fatti, ha l’obbligo giuridico di impedire l’evento. Nella fattispecie in esame, era pacifico che l’ex dipendente era tenuto alla custodia dell’impianto di distribuzione carburante e dell’integrità e conservazione dei mezzi e del materiale in dotazione».
Il dipendente è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali dei due gradi di giudizio per complessivi 6.000 euro. Soddisfatta l’azienda per la quale la sentenza conferma «la condotta di rigore posta in essere avverso i comportamenti delittuosi perpetrati in danno alla società medesima».
I 14 procedimenti disciplinari scaturiti tutti dalle stesse indagini (furto di carburante), effettuate dal commissariato di Brancaccio tra dicembre 2013 e aprile 2015, si sono tutti conclusi con la massima sanzione: il licenziamento.
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